ATAC ha deciso di non restituire i soldi degli abbonamenti ai passeggeri che non hanno potuto usare i mezzi pubblici durante il lockdown e li prolunga di due mesi. La decisione arriva a causa delle difficoltà di liquidità registrate proprio per il crollo della bigliettazione che si è registrato dopo l’avvio della pandemia, con i romani che da inizio marzo si tengono ben lontani dagli autobus, dai tram e dalle metropolitane.

Il Messaggero spiega oggi che il lockdown è costato a via Prenestina un crollo degli incassi di circa 25 milioni di euro al mese (a fine anno la perdita dovrebbe superare i 200 milioni) e una  riduzione dei passeggeri vicina all’80 per cento. Una situazione che al momento ha già creato un ammanco nelle casse della società di 120 milioni di euro.

Atac non ha ancora comunicato la decisione. Prima di farlo aspetta che sia terminato il lavoro che  tutti i governatori stanno chiudendo in seno alla conferenza delle Regioni proprio per garantire su tutti i territori una linea univoca sui rimborsi. Nel decreto Rilancio, all’articolo 215, il governo ha previsto un fondo da 55 milioni di euro da ripartire su tutto il territorio italiano per venire incontro alle aziende del trasporto pubblico locale, che si sono viste di fatto annullare gli introiti da bigliettazione. E nello  stesso articolo Palazzo Chigi riconosce espressamente il diritto dell’utente ad ottenere un rimborso per gli abbonamenti ai trasporti pubblici non utilizzati nel  periodo del lockdown.

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