Betlemme è una città con le mani strette al collo. Così è il quotidiano tran tran della comunità che ospita la grotta dove nacque Gesù, Messia dei Cristiani e Profeta dei mussulmani e dove regnò Davide il re degli ebrei.  Immaginate una città grande quanto Monterotondo imprigionata in una rete asfissiante costituita da 134 posti di blocco di varia natura che occupano vie, piazze e vicoli. Ma c’è di più.  Immaginate una città che non ha vie d’uscita. I suoi abitanti non possono andare senza permesso, nemmeno  a Gerusalemme che è a dieci chilometri. C’è un muro di cemento alto 3 metri a dividere l’abitato, ultimo lembo della Cisgiordania, dalla terra di Israele. Il territorio del comune è stato ridotto da 37 chilometri quadrati a 7, lo hanno confiscato i coloni, l’anima nera di Israele cullata e foraggiata  da Governo ed esercito con licenza di uccidere, che sono arrivati su terre altrui, in 180 mila costruendo 28 nuovi insediamenti. Ecco  chiedetevi se quella possibile oggi a Betlemme sia vita. Eppure è così

Il racconto del sindaco di Betlemme

A raccontarlo è il giovane sindaco  Maher Canawati da mesi impegnato in tour tra i comuni italiani gemellati con la sua città. E’ stato ad Assisi alla marcia per la pace,  ha incontrato il Papa portando in dono una scheggia della grotta, lavora per dare respiro alla sua gente, cercando e costruendo ponti di solidarietà . “La popolazione di Betlemme – dice  –  è scesa in questi anni da 36 a 32 mila abitanti. Questa rete oppressiva ha drasticamente ridotto il turismo, nostra prima risorsa, e ben 78 alberghi hanno chiuso l’attività. Israele ha bloccato i finanziamenti previsti, pari a 3 miliardi e 500 milioni, per  i dipendenti pubblici che non ricevono lo stipendio da mesi, facciamo fatica a mantenere un decoro minimo sociale ed anche igienico, nelle nostre strade , tanto per fare esempio, girano quasi 4000 cani randagi, una piaga. Il tasso di disoccupazione è salito dal 14% al 65%. La povertà avanza”. Da Betlemme si scappa. Ovviamente chi può ed ha i mezzi per farlo,  commercianti, dottori, laureati. Restano i più poveri, giovani e anziani, prigionieri anche della loro rabbia. Spiega  il sindaco: “Più di mille erano laureati. Appena possibile sono volati via inseguendo il sogno di  tutti, avere  una vita degna  sia pure negli Stati uniti, in Canada, in Europa, o in Asia.Il tasso di disoccupazione è salito alle stelle, dal 14% al 65%”

I comuni gemellati firmano Carta della solidarietà

Lo abbiamo incontrato a Castelnuovo di Porto nel corso della manifestazione “Castelnuovo di Porto per la Palestina” che si concluderà questa sera. Due giorni di eventi diffusi nel borgo promossi da realtà istituzionali e civiche che non vogliono rimanere indifferenti davanti al genocidio e che “intendono sostenere la libertà e l’autodeterminazione del popolo palestinese anche ora che è in corso il cessate il fuoco, auspicando che la tregua si consolidi al più presto” scrive in una nota l’Amministrazione comunale.  Il sindaco di Castelnuovo Riccardo Travaglini sostenuto dalla collaborazione dal dottor Agostino Miozzo residente nel paese sulla Flaminia  con la consorte Maria Chiara Venier grande sostenitrice del progetto, ex coordinatore della Protezione civile  nazionale, responsabile Comitato Tecnico Scientifico (CTS) per l’emergenza Covid e dal 2023 cura i servizi di accoglienza e assistenza per il Giubileo della Chiesa cattolica 2025, ha invitato alla manifestazione i sindaci del Lazio gemellati con Betlemme e ieri, questo movimento di diplomazia dal basso ha portato alla firma della “Carta della Solidarietà per Betlemme e la Palestina”. Un documento ufficiale che impegna i sottoscrittori a  sostenere il popolo palestinese e promuovere pace, diritti umani e dignità.

Aiuto alle scuole, saranno gestiti dai Salesiani

L’atto formalizza  la costruzione di un corridoio  umanitario ben strutturato che nei prossimi mesi porterà a Betlemme aiuti concreti soprattutto per sostenere le attività scolastiche di migliaia di ragazzi rifugiati. Terminali finali saranno l’associazione dei Salesiani che opera a Betlemme e Medici senza Frontiere. L’impegno conta sull’adesione dei comuni di Civitavecchia, Greccio, Grottaferrata che come Castelnuovo di Porto dal 2017 sono gemellati con Betlemme, e del sostegno dei comuni di Riano, S. Oreste e Montopoli. Presenti all’atto delle firma anche Alessia Prefetti dell’Area Metropolitana, ex Provincia,  e della Consigliera regionale Chiara Iannarelli che ha ricordato il recente stanziamento regionale di oltre due milioni di euro a favore della popolazione palestinese. Dalla due giorni di  Castelnuovo è emersa una strada costruita su un terreno solido.

 

Talvolta si può sognare la pace

Il colloquio si avvia alla conclusione, c’è tempo solo per due ultime battute. Marwan Barghouti, soprannominato il Mandela palestinese in carcere da 23 anni è una speranza per la causa del suo popolo? “Barghouti –  risponde Maher Canawati – è un uomo buono e un grande leader, può essere una speranza, ma Israele non lo libererà mai”. Sogna mai la pace? “Vogliamo vivere con dignità nella nostra terra ed in pace con i nostri vicini come ha detto il nostro presidente Abu Mazen. Per noi Hamas è un problema ma la diplomazia dal basso, la flottiglia, e il riconoscimento prima impensabile da Stati come Canada, Gran Bretagna, Spagna hanno  fornito alla nostra lotta, forza e speranza, spezzato l’isolamento e il ruolo dei comuni italiani è stato fondamentale. Tutto questo talvolta fa sognare la pace”.

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