La terra dei prodigi, sotto la superficie, sta forse cullando l’idea di partorire un nuovo lago. Cosi sembrano raccontare le tracce del monitoraggio dei fenomeni geologici che stanno interessando il territorio tra Fiano e Capena dove insiste il Lago Puzzo. Diventato prato e comunque ormai colmo di terra, è stato bacino di grandi pescate e storie di annegamenti per ben 90 anni. Quello ormai ricolmo infatti si è definitivamente formato nell’ottobre del 1930. Il team composto dai tecnici di Ispra, Protezione civile Città Metropolitana, Istituto nazionale di geologia e vulcanologia, costituito per far luce sui boati misteriosi registrati nell’area il 4 ottobre scorso, si riunisce nuovamente con l’Amministrazione Comunale oggi e martedì per fare il punto della situazione e relazionare su quello che va maturando nelle cavità sotterranee vicino al fosso di S. Martino.

Il team di esperti, sopralluoghi e rilievi satellitari

I tecnici nei giorni scorsi – segnala il Comune con un post su fb – hanno effettuato due sopralluoghi e poi incrociato i dati con quelli dei rilievi satellitari. La sintesi è che i boati di circa venti giorni fa, con molta probabilità, sono il vociare del sottosuolo per  una riattivazione di sinkholes (fenomeni naturali di sprofondamento) e pertanto maggiormente sentito nel quartiere Pastinacci.

Insomma il lago vuole il suo spazio e si preparerebbe a tornare. D’altra parte, come raccontano le antiche cronache, lì c’è sempre stato. Una pubblicazione dell’Ispra registra che “I fenomeni di sprofondamento con creazione di piccoli laghi sono noti nell’area di Capena a partire dalla metà dell’800 con la formazione del Lago Puzzo. In realtà testi più antichi descrivono la presenza di piccoli laghi nel territorio”. Galletti nel suo libro (1756) riporta che nella descrizione del territorio di Capena esisteva un lago di Civitucola. Inoltre il territorio del paese era noto al tempo degli etruschi come “terra dei prodigi” probabilmente a causa di eventi naturali allora inspiegabili. Un testo di Ponzi del 1856 sostiene che altri episodi di sprofondamento sono avvenuti nel territorio prima di quell’anno e ne erano testimonianza particolari nomi delle contrade e tradizioni popolari.

Terra di prodigi e di laghi a tempo 

Nella terra ci sono i segni di laghi passati come una sorta di corona sul ciglio della faglia: “Nel settore nord-orientale dell’area vulcanica – riporta una relazione Ispra – dei Monti Sabatini, a sud del Monte Soratte, in prossimità della valle del Tevere sono presenti forme di sprofondamento originatesi in epoca storica. Tali depressioni (Lago Vecchio o Lago Sinibaldi, Lago Nuovo, Fontana Ciocci, Lago Puzzo) dapprima colmate d’acqua sono ormai estinte o in corso di estinzione”.  Nel 544 d. C. Tito Livio e Giulio Obsequente riportano che alcuni consoli romani ordinarono un sagro novendiale, festa di nove giorni che veniva indetta in espiazione di un prodigio preannunciante sventura, in quell’area anomali accadimenti “tra cui una pioggia di pietre”.

L’acqua borbotta e  reclama il suo spazio

Insomma quella terra è terra che l’acqua abita da sempre e ora borbotterebbe rumorosamente perché si appresterebbe a rivendicarla. Come e quando non si sa, ma quel lago che appare e scompare, è parte dell’identità d questo luoghi e di queste genti. Fa parte delle sue storie fantastiche e tragedie come quella di  Ninni. Si chiamava Ottorino e nel 1936 aveva 15 anni. Era in gita a Capena da alcuni parenti. Aveva una voce bellissima ed era stato invitato a cantare per la festa dell’Assunta. La nonna lo lasciò andare ad una gita con gli amici ma non tornò più. Fu difficilissimo recuperale il corpo viste la particolare formazione del lago. Le famiglie coinvolte ancora nel parlano di questa triste storia. 

Oggi però, con le tecnologie di cui disponiamo e con i satelliti, si può ragionevolmente seguire l’evoluzione del fenomeno sinkhole. E’ quello che si appresta a fare il Comune ”Chiederemo al comitato – si legge in una nota su fb –  obiettivi e azioni da compiere nel prossimo periodo”.

Martedì sapremo quali quelle giuste per gestire l’attesa e quanto sarà lunga.

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