Pochi fattori toccano le tasche degli italiani come il rincaro dei carburanti: lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ha evidenziato (come se ce ne fosse ancora bisogno) un problema allarmante che rischia di mettere in seria difficoltà tutti coloro che all’automobile non possono proprio rinunciare.
Come sempre avviene nei momenti difficili, però, le idee migliori per superare i problemi arrivano dal basso, e cioè da quelle persone che non possono permettersi il lusso di aspettare le manne dal cielo in tempi di carestia.
I cittadini si stanno attivando con ingegno, creando una nuova e fitta rete tra le maglie di quel tessuto sociale ancora troppo sfaldato dopo due anni di pandemia e di distanziamento fisico. Si attivano e, per ovviare al problema dei rincari, propongono una soluzione che potrebbe essere alla portata di molti: l’auto condivisa. Da Capena a Fiano Romano, fino alle zone più remote che lambiscono le sponde del Tevere, ci si contatta e ci si confronta proponendo itinerari, orari e mettendosi a disposizione con lo scopo di condividere l’automobile per un tragitto comune e risparmiare carburante.
Se l’organizzazione di tale impresa poteva sembrare inizialmente un po’ ostica, per superare le difficoltà organizzative è bastato incontrarsi in quelle piazze virtuali che ogni paese mette a disposizione: i gruppi Facebook. Sono nati così nugoli spontanei di cittadini che condividono l’automobile soprattutto in direzione Roma e non è detto che, nel tempo, non ne nascano altri.
Il fenomeno del carpooling, altrimenti noto come “auto condivisa”, permette di utilizzare una sola vettura con più passeggeri, che condividono almeno parte del tragitto verso il luogo di lavoro e sostengono in modo equo le spese del carburante. Non solo: il carpooling è socializzazione e tutela dell’ambiente, se si tiene conto di come questa consuetudine potrebbe portare nel tempo ad una sostanziale diminuzione delle autovetture in circolo. Non stupisce che il fenomeno sia molto sviluppato nel nord Europa e rincuora il fatto che a anche qui, a due passi da Roma, stia prendendo piede.
Già negli anni passati un’azienda operante sul territorio, Amazon con sede a Passo Corese, ha incentivato lo sviluppo di tale consuetudine tra i propri dipendenti che arrivano non solo dai paesi della sabina, ma anche da Castelnuovo di Porto, Capena, Fiano Romano e Sant’Oreste. Molti lavoratori hanno scelto il carpooling per raggiungere lo stabilimento di Amazon e l’azienda ha garantito loro parcheggi riservati e un diritto di precedenza (tutt’altro che scontato) in caso di necessità di cambio turno per poter usufruire dell’auto condivisa con altri colleghi. Se nell’ultimo periodo il carpooling presso Amazon è stato interrotto per favorire il distanziamento tra i dipendenti, è probabile che la fine dello stato di emergenza faccia riprendere il fenomeno di condivisione dell’auto, con grande beneficio dell’ambiente e delle tasche di chi ne usufruisce.
È altresì auspicabile che anche altre aziende operanti sul territorio si muovano in tal senso, incentivando il carpooling tra i lavoratori.
Quella dell’auto condivisa è una pratica che ci farebbe sentire tutti al passo con i tempi, cittadini europei partecipi di una comune volontà di guardare ad un futuro più sostenibile. È la scelta consapevole di una cittadinanza attiva, pragmatica, stanca di dover stare lì ad aspettare improbabili (quanto irrisorie) manne dal cielo lanciate da una politica spesso troppo vecchia per stare al passo con i mutamenti sociali.