L’epidemia indotta dal coronavirus sta provocando ogni giorno danni da un milione euro al  sistema turistico di Roma e provincia e le conseguenze iniziano a farsi drammatiche. Vuoti i tanti  alberghi che lavoravano, quasi in esclusiva, con le comitive cinesi, meno frequentati i ristoranti italiani e quelli orientali, licenziato il personale ed  aziende sull’orlo del fallimento con ripercussione anche in strutture della valle Tiberina, Flaminia e Cassia.  Secondo dati della CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) , il fatturato nel mese di febbraio è crollato di almeno il 30%, in base a stime della Uil il mancato introito è di circa un milione al giorno. Una cifra “monstre”.

Si prevede un calo di 673 mila presenze

Per l’Istituto Demoskopika lo stato di emergenza prevede a Roma e nel Lazio un calo di 673 mila presenze. Un bollettino di guerra e che racconta di una situazione che si va facendo rapidamente insostenibile per molti piccoli e medi imprenditori alle prese con un stop improvviso e  di arrivi,prenotazioni e dunque lavoro.  Non c’è tempo da perdere visto che la crisi è ben lungi dal concludersi e anzi , secondo tutti gli esperti comprometterà l’attività dell’intero anno in corso. E’ urgente individuare  modi e tempi per creare un cordone di sicurezza che permetta di far passare ”a nuttata” ed evitare una crisi devastante del settore turistico della Capitale e del suo hinterland.

Chiesta convocazione delle tre commissioni regionali competenti

A questo  fine il consigliere regionale Emiliano Minnucci ha chiesto che vengano riunite con urgenza le tre Commissione consiliari competenti. “Non possiamo rimanere inermi davanti al crollo dei ricavi che il settore turistico romano sta registrando in questi giorni – scrive in un comunicato – dobbiamo trovare delle soluzioni alternative al fine di ammortizzare il danno che tutti i soggetti interessati, a partire dagli albergatori e dai ristoratori, hanno iniziato a subire. Dobbiamo aprire un percorso condiviso con tutte le associazioni di categoria che porti magari anche all’istituzione di un tavolo di crisi, come peraltro proposto da alcune organizzazioni dei lavoratori. Dobbiamo mettere in campo tutte le soluzioni possibili al fine di rimediare a un problema che può essere determinante per la tenuta socio economica di Roma e provincia. La crisi non va sottovalutata, la tempesta che si annuncia va prevenuta”

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