È salito a 4.634 il numero totale di casi di coronavirus registrati in Italia, con 778 nuovi contagi. È il nuovo bilancio comunicato pochi minuti fa dalla Protezione Civile. Al momento sono 3.916 i malati, 532 i guariti e 197 le persone decedute risultate positive al coronavirus, ovvero “il 4,25% del totale”; ha spiegato il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. I nuovi decessi sono 49, contro i 41 di ieri. Cresce a 462 il numero dei ricoverati in terapia intensiva per nuovo coronavirus, ieri erano 351. Si tratta del 19,3% del totale dei ricoverati con sintomi, che ammonta oggi a 2.394 mentre ieri erano 1.790.
Questi i dati. A cui va aggiunto che rispetto al resto del mondo l’Italia è al primo posto per numero di nuovi casi di contagio registrati nella giornata di oggi.
Dati che dovrebbero far riflettere. Tutti. Dati che dovrebbero indurci ad adeguare i comportamenti a quanto ci stanno suggerendo da giorni membri autorevoli della comunità scientifica e ricordato ogni cinque minuti da Regioni e Comuni.
C’è invece una parte del Paese – basta guardare i social per averne riprova – che ha assunto l’atteggiamento di chi fa finta di niente o, peggio, deride chi si preoccupa. La data del 15 marzo fissata per ora per la chiusura delle scuole ha una sua logica che andrebbe compresa.
Quella data rappresenta lo spartiacque che il Ministero della Salute si è dato per capire con dati oggettivi l’evolversi della situazione e avere più chiaro se il Sistema Sanitario Nazionale è in grado di far fronte a questa emergenza, già oggi deficitaria con decine di operazioni per altre patologie rinviate.
E i dati di oggi, inoltre, non inducono all’ottimismo. Perché gli ospedali del nord sono al collasso e perché aumenta il numero dei casi nelle regioni centrali e in quelle meridionali.
Chiudere le scuole è stato un atto di responsabilità – a cui dovrebbe far seguito una seria e concreta politica di aiuti alle famiglie (tradotto: soldi) – perché da sempre le aule sono cassa di risonanza e di amplificazione dei virus. E, probabilmente, con tale decisione il Governo ha voluto anche dare una scossa “psicologica” a un Paese che continuava a “giocare” con le vignette, non ascoltando i consigli di chi conosce lo stato dei fatti.
Questo è il momento di essere responsabili e di dimostrare di essere dotati di senso civico. Di evitare di affollare luoghi, di adottare comportamenti virtuosi in termine di igiene e di prudenza, di rinunciare a qualcosa per il bene collettivo. Questo è il momento di essere altruisti nei fatti. Di ragionare e comprendere fino in fondo cosa è un’emergenza reale.
Non siamo su Netflix. Non arriva l’eroe buono alla fine.
Siamo in Italia. Nel marzo del 2020 e ogni giorno muoiono o si ammalano di questo maledetto virus rispettivamente decine e centinaia di persone.
Chi continua a voler far finta di niente è solo egoista.
Romolo Bali
