La comunità è un insieme di persone che condividono lo stesso ambiente, spesso fisico, e che sono legate da vincoli riconoscibili. In un paese, la parola “comunità” assume un significato più profondo, contraddistinto dalla partecipazione attiva, dal reciproco sostegno e dal desiderio di proteggere e migliorare il luogo in cui si vive. Ogni comunità è composta non solo da individui, ma anche da organizzazioni e associazioni che operano sul territorio.
Una tra queste è la Protezione Civile, rete nazionale che assicura assistenza alla popolazione nelle emergenze. Le diverse associazioni, sparse per il territorio, sono composte dai volontari che abitano le zone e che decidono di contribuire alla protezione della propria terra. Abbiamo cercato di capire cosa voglia dire essere un volontario durante l’estate, stagione degli incendi, con l’adrenalina e la preoccupazione che ne derivano.
E questa non è stata un’estate qualunque. Si chiude una stagione più impegnativa di quella dello scorso anno. Le emergenze sono state costanti per tutti i tre mesi, ma da luglio si sono moltiplicate e sono diventate più pericolose.
Il bracciante della provincia Nord di Roma è stato protagonista di incendi dislocati in tutte le sue zone. Gli interventi sono stati tanti, spesso durati più giorni, gli incendi di grande portata.
Basti ricordare l’evacuazione dei residenti di Castelnuovo di Porto e Morlupo e l’enorme colonna di fumo che proveniva da Cesano, visibile per circa 4 giorni. Era l’ultima settimana di luglio: andando verso Roma, sul navigatore compariva il messaggio “L’area potrebbe essere interessata da un vasto incendio”. Un piccolo campanello d’allarme per le persone comuni, un pericolo molto concreto per chi quelle fiamme cercava di spegnerle.
È infatti la Protezione Civile a entrare in gioco per prima. La gestione degli incendi inizia con una segnalazione al numero di emergenza della Regione Lazio. Chiamando l’803.555 si attiva la macchina: la sala operativa avvisa le associazioni più vicine al luogo dell’incendio che è in corso un’emergenza.
E da quel momento la palla passa alle sezioni locali. Il presidente contatta i volontari e forma la squadra di intervento, di solito composta da un massimo di tre persone. Un autista e gli addetti Antincendio Boschivo (AIB) intervengono direttamente sul fronte fuoco. Anche i volontari che non partecipano all’intervento lavorano per i loro colleghi, occupandosi della preparazione dei mezzi al rientro della squadra, in previsione di nuove emergenze.
È un lavoro di squadra, dove ognuno dà il proprio contributo. Non a caso i volontari sono spesso persone che hanno un legame forte con il proprio territorio, che ricercano nuovi stimoli e vogliono dare il proprio contributo all’interno della comunità. Far parte della protezione civile non è una forma di volontariato facile: i pericoli sono dietro l’angolo, che siano fiamme, pareti crollate o argini di un fiume che non riescono più a contenerlo oppure, ancora, nubifragi che allagano strade, rendendole impercorribili. È una forma di volontariato che d’estate si svolge soprattutto il sabato e la domenica, per cui una giornata al mare può diventare un privilegio.
“Però non è mai un peso, perché siamo un gruppo unito di volontari. Se anche fortunatamente non ci dovessero essere interventi, troviamo il modo di passare la giornata in maniera utile.”
È l’ultima frase che ci dice Nicola, giovane volontario della Protezione Civile di Sacrofano, che ci ha aiutato a capire cosa succede dentro un incendio.