Nelle scorse settimane la Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata sulla legittimità del licenziamento di una lavoratrice a causa dei troppi accessi internet durante l’orario di lavoro. La signora, segretaria part-time presso uno studio medico, aveva eseguito nell’arco di 18 mesi circa 6000 accessi ad internet, di cui 4500 al noto social network, Facebook.

L’azienda sosteneva che la signora avesse compromesso il rapporto di fiducia che intercorre tra datore di lavoro e dipendente. Il tempo, durante il quale la signora navigava nel web, veniva sottratto al lavoro e evidenziava una scarsa attenzione della dipendente nelle proprie mansioni di segretaria, ruolo che richiede precisione e accortezza. L’ex-dipendente, dal canto suo, sosteneva che ad accedere a Facebook non fosse stata lei e che, ad ogni modo, il datore di lavoro avesse violato la sua privacy nel visionare la cronologia della navigazione.

I giudici di Piazza Cavour hanno riconosciuto la legittimità del licenziamento.

In primo luogo, il datore di lavoro non ha violato in alcun modo il diritto alla riservatezza della signora. Questa, infatti, utilizzava il pc dell’azienda per funzioni estranee a quelle legate alle sue mansioni; l’azienda, pertanto, può legittimamente effettuare controlli sulla cronologia presente su un proprio strumento.

In secondo luogo, gli accessi a Facebook chiariscono qualsiasi dubbio sull’identità dell’utente. Ad ogni accesso al social network è necessario inserire due chiavi alfanumeriche: una pubblica (nome utente) e una privata (password). L’utilizzo combinato di questi codici è riferibile all’identità di un preciso utente.

Il Codice dell’amministrazione digitale disciplina le cc.dd. firme elettroniche, le quali hanno valenza di firma autografa. Nel caso in esame, le chiavi di accesso a Facebook si configurano quale firma elettronica semplice, la quale permette quantomeno di identificare la persona fisica.

Il web è uno strumento dalle innumerevoli potenzialità, ma che nasconde rischi per chi non ne conosce in modo adeguato il funzionamento. In particolare, è bene ricordare che ogni nostro passaggio in internet può lasciare delle tracce sia sul dispositivo che stiamo utilizzando, sia nel server di riferimento.

Facciamo attenzione a dove, come, quando e quanto navighiamo.

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