Sui rifiuti Roberto Gualtieri chiude con un blitz la sterile stagione dei rifiuti zero,  e torna al termovalorizzatore.

Il sindaco della Capitale oggi ha annunciato che Roma in si doterà di un impianto all’avanguardia. Tipo quello di Bolzano o quello iconico di Copenhagen, alla cui sommità si scia.

Un mega impianto a controllo pubblico: “Da attuare con le migliori tecnologie disponibili”, dice Gualtieri. Sarà tarato per bruciare 600 mila tonnellate di tal quale, permetterà di chiudere il TMB di Rocca Cencia e di abbattere del 90% l’attuale fabbisogno di discariche”.

Parole che fanno ben sperare per il futuro della discarica di Magliano, Romano, di cui si occuperà il Tar venerdì prossimo. La scelta del termovalorizzatore, visto come il diavolo con le corna, durante la campagna elettorale e cavallo di battaglia di Calenda, è considerata oggi dal sindaco una scelta obbligata per uscire dalla crisi dei rifiuti che  va avanti dalla chiusura di Malagrotta.

Progetto ampio per far uscire Roma dall’emergenza rifiuti

Il progetto però fa parte di un piano più vasto. Comprende infatti anche due biodigestori anaerobici, due impianti per la selezione ed il recupero di carta, cartone e plastica e nuovi centri di raccolta.

“Così  Roma potrà finalmente chiudere il ciclo dei rifiuti e mettersi al pari con le grandi capitali europee e le maggiori città italiane”, sottolinea il primo cittadino della Capitale.

Secondo Gualtieri il piano del Campidoglio “determinerà una riduzione delle emissioni di ben il 44%, con un -15% per le emissioni su attività di trasporto, -18% sull’impiantistica e -99% sulle emissioni da discarica.

Inoltre, sarà possibile produrre il fabbisogno di energia elettrica di 150.000 famiglie l’anno e risparmiare il gas utilizzato da 60.000 famiglie l’anno, con un contributo molto significativo anche per politiche di contrasto della povertà energetica”. La completa chiusura e autonomia del ciclo dei rifiuti consentirà un vero e proprio abbattimento dei costi del trattamento.

Roma spende ogni anni 170 milioni per trasportare altrove i rifiuti

“Questo  ci consentirà di ridurre la tassa rifiuti di almeno il 20% e di potenziare in misura significativa le attività di raccolta e di pulizia della città”, sottolinea Gualtieri. Oggi Roma, per inseguire il mito dei rifiuti zero, ha la Tari più alta d’Italia e spende 170 milioni di euro annui per il trasporto dei rifiuti in altre regioni.

Il termovalorizzatore sarà costruito da Acea a in località S. Palomba ai confini del comune di Pomezia.

Il cambio di prospettiva operato da Gualtieri crea robuste onde sismiche nella politica romana e regionale. L’assessore della Regione Lazio alla transizione ecologica Roberta Lombardi alza subito un muro : “Non è previsto dal piano regionale rifiuti dunque non si può fare”. Però il suo presidente Nicola Zingaretti e il suo collega assessore ai rifiuti Valeriani  applaudono la scelta. La Cgil è contro, il Movimento cinque stelle già annuncia barricate. L’estrema sinistra borbotta e non mancano dolori di pancia nel Pd spiazzato da una decisione non contemplata nel programma presentato da Gualtieri alle elezioni comunali. Inutile dire che a gioire è Calenda, sostenuto anche da Italia Viva.

Ma “il dado, questa volta, è tratto”:  “Io  – detta alle agenzie Gualtieri – voglio essere l’ultimo sindaco che dovrà trascorrere una parte significativa del suo tempo a trovare sbocchi costosi, precari, inefficienti e inquinanti in giro per l’Italia e per l’Europa, sottraendo risorse preziose alle tasche dei romani e alla qualità della pulizia. Roma non merita tutto questo. È tempo di voltare pagina e come Sindaco sento il dovere anche morale di perseguire questo obiettivo con la massima determinazione”.

Una svolta radicale che forse mette il territorio della provincia di Roma in sicurezza rispetto agli appetiti di chi sogna discariche, ad iniziare da quella Magliano. Difficile ora sostenere la necessità di dare il via libera ad una discarica che oltre ad essere oggetto di decine di ricorsi, a Roma non serve più.

 

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