Si va chiudendo il cerchio delle responsabilità sull’inquinamento del Gramiccia. Le indagini svolte fino ad oggi definiscono un quadro molto chiaro. Lo scarico killer, che negli ultimi dieci anni, ha quasi ucciso del tutto il piccolo fiume, è quello dell’area industriale di Fiano Romano.
Sembra una ovvia banalità, ma non lo è per niente. Nel 2014, solo sette anni fa, con la schiuma che già debordava, ai cittadini del Gar (Gruppo archeologico romano sezione di Capena) che avevano ripulito rive e resti degli antichi mulini, delle rive, e che chiedevano lumi all’amministrazione comunale di Fiano Romano, fu risposto che l’inquinamento veniva dalle sponde capenati.
Depuratore Prato della Corte non in regola, forse da anni
Le indagini hanno finalmente raccolto elementi per fare chiarezza: le verifiche, effettuate dai Carabinieri negli ultimi due mesi, hanno accertato che il depuratore, vecchio e malridotto, non funzionava a dovere. Forse da anni, viene da pensare.
Sono stati disposti interventi immediati. Da allora infatti la schiuma è quasi scomparsa. La logica deduttiva ci spinge a credere che l’impianto, di proprietà del Comune di Fiano, sia stato lasciato abbandonato a se stesso per lungo tempo, scarsa la manutenzione, nessun controllo. E questo nonostante la denuncia continua dei versamenti inquinanti.
Le indagini diranno se queste deduzioni sono campate in aria o dati di fatto. Oggi registriamo che lo scarico con le stalagmiti di sostanze incerte, immortalato dai cittadini nella manifestazione di maggio, è quasi scomparso, e che la schiuma, pur presente, lo è in modo assai meno invadente e consistente. Resta il grave inquinamento, e resta tutto, visto che la schiuma è il prodotto degli inquinanti, non l’inquinante principale. Le indagini intanto vanno avanti.
In Arpa condiviso primo gruppo di analisi, a breve arriverà l’ultimo
Una riunione all’Arpa ha condiviso un primo gruppo di analisi, a breve arriverà l’ultimo. La lentezza non è voluta ma dovuta perché non si possono indicare aziende a caso poiché c’è il lavoro di mezzo. Il cartello con gli elementi killer del Gramiccia è stato però già stilato. Ora si procede con cautela perché si tenta di individuare con assoluta certezza il filo che conduce all’azienda responsabile principale dello scarico. A questo fine è stato utilizzato un mini robot fornito dall’Acea che ha perlustrato tutto il tracciato dell’impianto fognario di Prato della Corte, ben fatto, ma assalito negli anni da molti innesti abusivi. Per venire a capo del caso Gramiccia ci vorranno circa altri due mesi anche perche l’Arpa non dispone di forze sufficienti, per mezzi e uomini, ad assicurare accertamenti con la giusta e necessaria tempestività, considerato inoltre che deve seguire l’intero territorio regionale.
Due mesi per chiudere indagini. Il Nuovo resta in prima linea
Questo il perimetro della vicenda. E dice che serve ancora mobilitazione e vigilanza. Noi, come giornale, dopo averla sollevata, non abbiamo intenzione di deporre le armi della denuncia rispetto a questa vicenda, siamo e restiamo accanto a chi ha documentato il disastro in questi ultimi due anni, e a quei trecento cittadini che hanno firmato per riavere integro il Gramiccia. Il piccolo fiume pieno di storia e storie merita attenzione cure e rispetto. Basta abbandono.
