“L’arte e la cultura sono la voce e il nutrimento di un paese. Fermare tutto, vuol dire non solo imbavagliarlo, ma anche togliergli ristoro, impoverirlo con effetti anche di lunga durata di cui non conosciamo la portata soprattutto sui giovani. Per non parlare delle categorie professionali coinvolte che, al pari di tante altre, non hanno possibilità di sopravvivere economicamente con dignità a questa terribile emergenza. Nel rispetto delle esigenze sanitarie che restano prioritarie, mi unisco alla voce di coloro che chiedono di non sottovalutare il danno che la chiusura di teatri e cinema, realtà che avevano magnificamente interpretato le norme di sicurezza con risultati eccezionali, porta a tutto il Paese”: è con un post su Instagram, con la foto del teatro alla Scala di Milano vuoto, che anche il ballerino Roberto Bolle si unisce alle proteste di tantissimi artisti di queste ore sulle nuove norme contenute nel Dpcm anti-Covid del governo, che hanno decretato la chiusura fino al 24 novembre cinema e teatri.

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