La discarica di Magliano  Romano può essere chiusa anche domani. Basta che il sindaco firmi una ordinanza urgente per motivi di sanità pubblica basandosi sui risultati dei prelievi effettuati dall’Arpa. Il verbale del 10 giugno 2021 certifica la contaminazione delle acque e che, forse da anni, l’attuale sito è fuorilegge perché senza l’autorizzazione allo scarico nel vicino fosso. Il verbale è ufficiale e pubblico dunque a conoscenza di tutti i principali protagonisti di questa storia assai confusa e che per molti aspetti alimenta dubbi. La trasformazione dell’attuale discarica di inerti in impianto per rifiuti a parole non la vuole nessuno, ma resta in campo, anzi gli uffici regionali avrebbero optato per il sì nonostante l’opposizione della popolazione e di tutti i sindaci del territorio interessato, nonostante sia noto che l’attuale sito non è a norma e provoca contaminazione delle falde. 


L’assessore Valeriani prende una settimana per decidere. 

I 17 comuni dell’area sono da sempre contrari e oggi i sindaci lo hanno di nuovo confermato la loro netta contrarietà nel corso di una protesta sotto gli uffici regionali.  Tre di loro sono stati ricevuti dall’assessore Valeriani, che, dopo il colloquio ha annunciato di volersi prendere una settimana per valutare a fondo gli atti.

Le ragioni poste dall’Associazione ecologica Monti Sabatini sono note e fondate nel merito e nella forma. La discarica è troppo vicina al centro abitato, solo 800 metri, la conferenza di servizio non si è mai conclusa. recentemente ha presentato 30 pagine di osservazioni contro l’ipotesi di trasformazione. E sono in Regione.

Gli uffici della Città Metropolitana recentemente hanno emesso un parere di perplessità. Nel testo non si  dice chiaramente no all’ipotesi di trasformazione, ma viene sottolineato  che le variazioni al progetto presentate dalla società Idea4 che gestisce l’impianto, sono quantomeno lacunose: non è definito con chiarezza il tipo di materiali che saranno conferiti nella nuova discarica e tantomeno la quantità.

Sabato a Magliano Romano nuovo capitolo della protesta

Il prossimo sabato 4 dicembre a Magliano Romano è in programma una nuova puntata delle manifestazioni contro il cambio di destinazione d’uso dell’attuale sito. Nel frattempo però si registrano singolari acquisizioni di terreni a ridosso della discarica  ad acquistarli sono tutti quelli che in un modo o nell’altro sono parte in causa di questa storia. Gli acquisti sono iniziati nel 2017, Nessuno ha realizzato nulla su quelle terre. C’è quella dello stesso sindaco che ha un terreno di 7 ettari intestati alla società “Scoiattolo”  su cui insiste un piccolo noccioleto biologico. E’ in società con una signora residente a Roma  in via di Vigna Stelluti. Il consorte è uno dei sindaci della Multiservizi Roma spa,società  controllata dall’Ama.

I terreni confinanti con la discarica fanno gola a molti

Nei mesi scorsi, un  altro appezzamento risulta acquisito da uno degli ex proprietari dell’attuale discarica per inerti , un altro è intestato ad padre di uno dei progettisti dell’impianto. Il 17% della società Idea4 appartiene ad un dirigente dell’ufficio innovazione tecnologica al Ministero degli Interni. Una singolare corsa come se quell’area fosse la possibile nuova  “klondike” che trasforma terra da pascolo in oro . Se passa il cambio di destinazione  quelle proprietà diverrebbero infatti  molto appetibili. L’attuale invaso è piccolo ed è destinato a riempirsi velocemente, a quel punto chiedere l’ampliamento sarebbe gioco da fare con un mano sola e concederlo una formalità. Riportiamo solo un elenco di singolari coincidenze, per carità, però fanno pensare. E al peggio.

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