Quella che segue è la lettera del gruppo consiliare di maggioranza “Apertamente Ponzano” che ha deciso di presentare la mozione di sfiducia verso Sergio Pimpinelli il sindaco del rinnovamento eletto nel maggio del 2019. La ospitiamo per par condicio, considerato che Il Nuovo ha già pubblicato due giorni fa la lettera ai cittadini del sindaco in carica. Il documento non evidenzia divergenze su questioni precise ma sostanzialmente di metodo. Denuncia un clima di profonda incomunicabilità tra il primo cittadino e i suoi consiglieri e i quattro giovani della lista contestatrice. Sembrano più frizioni generazionali che basate sul  merito di fatti concreti. Sui quali per altro c’è sostanziale concordia come nel caso della recente azione sugli usi civici. I giovani consiglieri  denunciano poco ascolto e una tendenza del sindaco a decidere da solo.  A conclusione dicono:  “Ci abbiamo provato con tutte le nostre forze, con le nostre proposte ed i nostri errori, certo, ma non accettiamo lezioni da chi non ha voluto mai, e ripetiamo MAI, cercare una mediazione e restituire capacità di intervento a noi, che, scusateci la conclusione forse inopportuna, anche per motivi meramente anagrafici siamo il futuro di Ponzano”.  Si la conclusione è inopportuna e desolante. Ecco forse è il caso di riflettere, abbassare i toni, vale per entrambe le parti naturalmente,  e cercare di non immolare un grande progetto per il paese sull’altare di eccessive suscettibilità. Anzi è ora di farsene carico, come Enea con Anchise con responsabilità e generosità. 

Ecco il testo integrale della lettera 

Cari cittadini di Ponzano Romano abbiamo potuto leggere la lettera che il Sindaco vi ha inviato, e la prima cosa che è saltata agli occhi è che non è menzionata alcuna possibile responsabilità da parte del Sindaco e dei suoi fedelissimi, (Mario Bucchi, Marx Pinto, Francesco Cappelli, Carlo Alberto Antinucci), sulla situazione che si è venuta a creare a Ponzano Romano. Quindi noi, Gruppo Consiliare Apertamente Ponzano, siamo semplicemente pazzi. Ed in effetti lo siamo perché oggi, anche in questo nostro piccolo borgo, dire la verità è FOLLIA.

Le cause del nostro disaccordo sono databili già dopo pochi mesi dall’insediamento e proprio a causa di alcune richieste di accesso agli atti che non sono state attuate, nei tempi previsti dalla Legge, dai dipendenti comunali.

Vorremo spiegare che senza vedere le carte di un’amministrazione, un Consigliere non può agire, non può lavorare, quindi non sono richieste pretestuose come afferma, mentendo il Sindaco, ed è per questo che la Legge garantisce ai consiglieri eletti l’accesso immediato, a tutti gli atti e documenti. A causa di ciò scrivemmo al Sindaco ed al Segretario comunale chiedendo che fosse ricondotta alla normalità l’azione dell’impiegato delegato che di volta in volta non concedeva gli atti o ne ritardava la consegna. La risposta informale fu: prendeteveli da soli. Pazzesco e grottesco, non si può fare. Ma la questione è proseguita al punto che ci siamo visti costretti a scrivere al Prefetto. Se avessimo voluto essere malevoli con l’amministrazione, avremmo potuto denunciare il Sindaco o chi delegato a queste funzioni, ma non lo abbiamo fatto.

Quindi leggete pure le richieste di accesso agli atti e leggete anche le date in cui si è risposto. Sull’impossibilità di rispondere per eccesso di richieste e di eccesso di lavoro in Comune il Sindaco sa bene che queste affermazioni sono false e non si possono addurre per giustificare la mancata risposta, e neanche la comunicazione delle difficoltà nel rispondere.

Nell’elencare le numerose azioni fatte dall’amministrazione, c’è solo la sua parte ‘la parte buona’, il Sindaco dimentica di enumerare quello che abbiamo fatto noi e non intende parlare neanche delle proposte da noi presentate, a settembre 2019, che non sono state tenute in nessun conto. Ed i due finanziamenti regionali per un totale di 25.000 euro che grazie ai nostri progetti sono pervenuti, non ne parla il bravissimo Sindaco, così come non parla dei rapporti con la scuola riallacciati dopo anni di assenza. Ed il vantato rapporto collaborativo con gli allevatori il Sindaco non lo relaziona affatto con il primo incontro con i rappresentanti del comitato promotore dell’ASBUC che proprio Di Pillo ha realizzato in Comune malgrado l’indifferenza ed anche l’ostilità del gruppetto dei fedelissimi del Sindaco.

Il fatto che poi il Bilancio comunale non si discuta tra i membri della maggioranza è veramente paradossale, se avete amici amministratori chiedete in giro e vi risponderanno che si tratta di una affermazione ridicola. La redazione è ovviamente un fatto tecnico ma le scelte e le decisioni non lo sono affatto.

Piccolo o grande che sia, il bilancio si discute così come vanno discusse tutte le proposte e non soltanto che provengano dai consiglieri ma anche dai cittadini. Questa idea presuntuosa ed arrogante dell’amministrazione è quello che ci ha indotto a chiedere che il Consiglio discuta nel merito di ciò che sta accadendo, che poi la minoranza usi questa mozione per far cadere l’amministrazione è assolutamente legittimo, è la democrazia, né più né meno.

Ma se tutto era così bello e fatto bene, ma se i rischi del ritorno al passato erano così preoccupanti, perché il Sindaco ed i suoi non hanno mosso un passo, né detto una parola? Per quanto riguarda le cose fatte si tratta dell’ordinaria amministrazione che farebbe chiunque, e quindi? E allora? Poi, elencare le attività di un Consigliere comunale che ripristina sentieri senza autorizzazioni è il colmo. Tutte le associazioni si sono dedicate alle cosiddette giornate ecologiche, ma vanno autorizzate, altrimenti sono illegali ed illegittime. Ma quello che conta non è come si agisce, un amministratore che si comporta come una associazione è normale per il nostro Sindaco, così come è normale che, nella maggioranza, e nel paese, non si sia mai discusso delle fatidiche scelte d’arte. Una oligarchia che si è impossessata di Ponzano con i nostri voti. Questa è la verità di cui il Sindaco non vuole parlare. Perché coi numeri non si possono dire sciocchezze. Un Consigliere, quale appunto Di Pillo, che cede la delega agli usi civici poiché per nulla convinto dell’azione dell’amministrazione, viene punito ritirandogli anche la delega da vicesindaco.

Certo la mozione di sfiducia è un gesto estremo, ma come mai quando abbiamo creato un Gruppo Consiliare separato il Sindaco non ha sentito la necessità di parlare con noi per sapere le motivazioni? Ma sarebbe stato un gesto di normalità, di democrazia che il nostro ‘bravissimo’ Sindaco non può permettersi, ne andrebbe di mezzo la sua presunzione di perfezione.

Certo anche noi abbiamo commesso degli errori forse sottovalutando il fatto che, non essendo pensionati o nullafacenti, avremmo dovuto ritagliarci del tempo in più da offrire all’amministrazione, ma quelli di noi che l’hanno fatto sono stati ripagati con la sufficienza e la marginalità. Non era possibile incontrarci neanche di sera per discutere tutti insieme, ma era possibile però stare tutte le sere nelle botteghe, questa si chiama semplicemente NON VOLONTÀ.

Così come il nostro ‘bravissimo’ Sindaco non dice che riguardo a quello che è accaduto in un recente passato sull’uso delle risorse pubbliche non ha inteso ragioni per discuterne insieme, anche solo per informare i cittadini su ciò che era accaduto, e se tutto fosse ‘a posto’ come loro hanno affermato, quindi perché non spiegarlo in un’assemblea pubblica?

L’affermazione che l’assemblea indetta dal sindaco fosse un’apertura ad un leale confronto è veramente fonte di ilarità, i pochi interventi che siamo riusciti a fare in risposta alle accuse rivolteci dal Sindaco, in una assemblea pubblica, avete capito bene, e dai suoi fedelissimi, non sono proprio esistite.

Perché questa è la democrazia nell’amministrazione di questo nostro ‘bravissimo’ Sindaco, si discute tra urla e sarcasmo, tra invettive e minacce, ma mai che si discuta nelle sedi consone ad una amministrazione tra gli eletti della stessa lista. Addirittura queste nostre richieste sono state bollate come antidemocratiche poiché delle questioni si parla in pubblico. Questo nostro ‘bravissimo’ Sindaco si atteggia a populista in un periodo in cui va molto di moda. Noi contestiamo questo modo di fare e questa visione dell’amministrazione come ‘luogo’ delle scelte dovute e non delle idee, delle prospettive possibili, del dibattito costruttivo. Noi abbiamo presentato questa mozione di sfiducia come atto dovuto nei confronti di chi ci ha votato perché è giusto che se non vi è l’agibilità di lavorare insieme, si ritorni a casa e si permetta ad altri di assumersi l’onere e l’onore di amministrare. Ci abbiamo provato con tutte le nostre forze, con le nostre proposte ed i nostri errori, certo, ma non accettiamo lezioni da chi non ha voluto mai, e ripetiamo MAI, cercare una mediazione e restituire capacità di intervento a noi, che, scusateci la conclusione forse inopportuna, anche per motivi meramente anagrafici siamo il futuro di Ponzano.

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