“La Scelta Giusta – Quattro Storie sulla Resistenza”. Il libro di Emilio Drudi sarà presentato il 16 marzo a Riano.
[…]” Quel furore antico, che è in tutti noi, su me, su te e che si sfoga in spari, in nemici uccisi, è lo stesso che fa sparare i fascisti, che li porta a uccidere, con la stessa speranza di purificazione, di riscatto. Ma allora c’è la storia. C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra. Da noi niente va perduto […] tutto servirà se non a liberare noi, a liberare i nostri figli, a costruire un’umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L’altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell’odio…”
È un brano del romanzo di Italo Calvino “Il sentiero dei nidi di ragno” dove il commissario politico di una formazione partigiana, Kim, risponde ai dubbi del capo della banda, Ferreira, che si chiede se la guerra partigiana e l’azione delle bande nere si collochino sullo stesso piano “morale”. Il brano è riportato nell’introduzione al libro di Emilio Drudi “La scelta giusta” proprio a spiegare la questione della “scelta” operata dai quattro personaggi dei quali Drudi racconta le vicende, basandosi su testimonianze dirette e documenti. Mariano Mancini, Quirino Masella, Riccardo Nardi, Gentilina Carlesimo. Persone che hanno operato una scelta quasi “istintiva”.
“Quando si parla di Resistenza – spiega Emilio Drudi – il pensiero corre alle formazioni ribelli combattenti […] ma la Resistenza è molto di più, è anche la lotta senz’armi di migliaia di donne e di uomini che scelgono di respingere il nazifascismo, in mille modi, non meno rischiosi: aiutando i soldati sbandati, offrendo rifugio ai prigionieri evasi dai campi di concentramento, con il no pressoché totale opposto all’arruolamento nell’esercito repubblichino da parte dei militari internati nei lager in Germania, nascondendo i giovani renitenti alla leva di Salò e gli ebrei perseguitati da una caccia feroce”.
Sono quattro storie appassionanti che si collocano temporalmente tra l’8 settembre 1943, cioè dopo la resa, “l’armistizio” di Cassibile e il maggio del 1944, il periodo più tragico per l’Italia, con i soldati lasciati senza comando e senza direttive, mentre il maresciallo Badoglio, incerto fino all’ultimo a rendere palesi alla popolazione e al suo esercito le decisioni prese, fugge con il Re Vittorio Emanuele III, insieme ad alti ranghi dell’esercito. Pensano a salvarsi la pelle, lasciando l’Italia, gli italiani e i militari in balìa della furiosa e non certo inaspettata reazione dell’esercito nazista.
C’è una frase emblematica che ricorre nelle testimonianze dei protagonisti del libro: “Ho fatto solo il mio dovere”. “Solo” il dovere di difendere la libertà, di credere ad un futuro democratico e ad un’Italia migliore. La scelta giusta.
Riano – Social Media Lab – Presso l’ex Mattatoio, domenica 16 marzo ore 17.
