Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo
Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo

Rosalba Giugni è una paladina del mare. Con gli esperti e i volontari di Marevivo, associazione ambientalista da lei fondata nel 1985 e di cui è presidente, lavora per la tutela del mare e dell’ambiente contro l’inquinamento e la pesca illegale, per lo studio della biodiversità, per la valorizzazione e la costituzione di aree marine protette. Promuove l’educazione nelle scuole per lo sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione su tutti i temi legati al mare.

L’impegno di Rosalba Giugni

Nel corso degli anni Rosalba Giugni ha stretto importanti collaborazioni con enti pubblici nazionali e organizzazioni internazionali e ha messo in campo numerose campagne scientifiche, sociali e di divulgazione.
Tra queste ricordiamo le campagne contro la plastica in mare come 
#StopSingleUsePlastic, #EmergenSea, #MareMostro, e quelle per la tutela della biodiversità marina come #Adottaunaspiaggia, fino ai progetti quali “Blue Activities” creati con l’obiettivo di sensibilizzare, in particolare i giovani, sull’importanza di proteggere il mare.

Volontari impegnati nella pulizia di una spiaggia

Considerata uno degli esperti più autorevoli del settore, Rosalba Giugni è chiamata a far parte di numerose Commissioni Ministeriali e propone disegni di legge e regolamenti volti alla disciplina e alla salvaguardia del mare. Ha creato un network di subacquei per il monitoraggio dei fondali marini e fondato una divisione vela per l’osservazione e l’avvistamento di cetacei, tartarughe ma anche rifiuti galleggianti. Difendere il mare, per lei, equivale a difendere la vita.

Sub impegnati nel monitoraggio dei fondali marini
Sub impegnati nel monitoraggio dei fondali marini
Intervista a Rosalba Giugni: difendiamo il pianeta blu

Rosalba, quando è nato l’amore per il mare?
Sono napoletana, figlia di armatori e subacquea. Da piccola trascorrevo molti mesi dell’anno al mare e, all’età di 5 anni, ho iniziato a innamorarmene osservandolo con una semplice maschera. Stando con la testa sott’acqua ho scoperto un mondo meraviglioso. Questo amore mi ha spinto ad approfondire lo studio delle tematiche relative all’ecosistema marino e dei rischi derivanti da un progressivo depauperamento delle sue risorse.

Da più di trentacinque anni sostieni campagne di tutela ambientale riconosciute a livello mondiale. Perché dobbiamo proteggere il mare e le sue acque?
Dobbiamo la vita al mare. Mi piace raccontare che il sole per miliardi di anni ha lanciato i suoi raggi senza successo, colpendo pianeti alla ricerca del suo perché. Quando è entrato nel nostro sistema i suoi raggi hanno colpito una palla azzurra ed è scoppiata la vita. Noi siamo il frutto dell’incontro tra Padre Sole e Madre Mare.

Il 5 giugno è stata la Giornata Mondiale per l’Ambiente. Siamo in tempo per salvare il nostro pianeta?
Siamo ancora in tempo ma dobbiamo muoverci adesso. Sull’edificio del Ministero della Transizione Ecologica, a Roma, è possibile vedere una installazione con un display che segna un countdown. L’orologio del clima, che è stato inaugurato a New York nel 2020 per sensibilizzare sui cambiamenti climatici, segna oggi 6 anni e sette mesi. Il tempo, secondo gli scienziati esperti negli studi ambientali, che resta ancora all’umanità per evitare un aumento superiore a 1,5° della temperatura media del pianeta, ovvero per evitare il disastro ambientale e rimediare, parzialmente, ai danni che abbiamo già fatto. 

Attività in canoa volta a rimuovere i rifiuti in acqua
Attività in canoa volta a rimuovere i rifiuti in acqua

Quali sono le minacce più gravi e come possiamo agire collettivamente per tutelare il nostro mare?Tre sono le priorità su cui occorre lavorare. La prima è quella dell’overfishing: la pesca è diventata invasiva e avviene in modo non regolamentato, mettendo in discussione un equilibrio che si è formato in milioni di anni. Poi ci sono i cambiamenti climatici: non possiamo più pensare di utilizzare materiali fossili e tutte le politiche devono puntare sulle energie rinnovabili. Dal punto di vista del mare significa smettere di trivellare per togliere petrolio dai fondali e ridurre le emissioni di anidride carbonica, che il mare assorbe, con il conseguente surriscaldamento delle acque e l’acidificazione degli oceani. Il terzo punto, infine, è quello dell’inquinamento chimico e batteriologico: basti pensare che tutto ciò che è tossico e pericoloso in mare arriva, poi, sulle nostre tavole. Per salvare il nostro pianeta deve essere adottata, a livello mondiale, una seria politica di rispetto ambientale. Transizione ecologica vuol dire cambiare l’energia, abbandonare combustibili fossili e passare alle fonti rinnovabili.

Si può parlare di una vera e propria “diseducazione” ambientale?
Sin da bambini ci chiedono di imparare a memoria le poesie ma non ci spiegano come funziona il nostro corpo. Manca l’educazione al rispetto della vita. Riprendo le parole di Papa Francesco: “Non è più possibile illudersi di essere sani in un Pianeta malato”.

Esiste a livello nazionale e internazionale una adeguata governance ambientale?
Nel nostro Paese fino al 1993 esisteva il Ministero della Marina Mercantile che, oltre ad avere competenza in materia di traffico e demanio marittimo, vigilanza, sicurezza e soccorso in mare, emanava normative in tema di lavoro marittimo e portuale e sovrintendeva alle attività di tutela e difesa dell’ambiente marino, intervenendo in caso di inquinamento causato da incidenti. Oggi le competenze in materia ambientale sono distribuite in 7 ministeri e noi stiamo lavorando per avere una cabina di regia che possa farsi portavoce di una politica seria per l’immenso patrimonio che rappresenta il mare. A livello internazionale la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO ha dato il via al Decennio 2021-2030 per tutelare gli oceani e rivoluzionare l’uso delle scienze oceaniche in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Segno che qualcosa sta cambiando.

Una delle battaglie più importanti portate avanti da Marevivo è quella che riguarda la plastica monouso.
Il grave problema delle plastiche nelle acque sta compromettendo non solo la vita in mare ma anche quella sulla terra. Tracce di microplastica sono state ritrovate nella placenta umana. Oggi, dopo 36 anni di battaglie, ci sono buone notizie. È passata la direttiva europea che limita e proibisce l’utilizzo di plastiche monouso, piatti, posate e cannucce. Ma la grande soddisfazione di Marevivo è quella di essere riusciti a far inserire in questo provvedimento anche i bicchieri: solo in Italia ne consumiamo 20 milioni al giorno.

Marevivo ha all’attivo molti progetti di sensibilizzazione rivolti, in particolare, ai ragazzi.
La nostra attenzione è sempre rivolta ai ragazzi e sono piena di speranza perché stiamo crescendo una generazione di giovani donne e uomini che già adesso stanno influenzando le scelte “sostenibili” dei nostri territori.

Ai più giovani hai dedicato il tuo libro dal titolo “La magia di Capri. Favola per un mondo possibile”.
Il mio romanzo parla di tre bambini e di una nonna che vive a Capri, nel faro di Punta Carena. Tra delfini, sirene e incantesimi, questo libro vuole essere una testimonianza del mio amore per l’isola da tramandare ai miei nipoti e alle giovani generazioni, affinché siano testimoni e custodi del bene prezioso che il mare ci ha donato: la vita.

La sede di Marevivo nasce dal riutilizzo di un barcone sulle acque del Tevere. Mentre parliamo si sente forte il suono dei gabbiani. Rosalba, quale il tuo luogo ideale?
Io abito sul pianeta terra con le sue regole e i suoi misteri. E, per questo, mi ritengo molto fortunata.

Se fossi un animale acquatico quale saresti?
Amo i delfini perché rappresentano un collegamento diretto tra gli abissi marini e il mondo che vive in superficie. Mi incantano i loro movimenti che sento profondamente familiari. Sono sicura che in un’altra vita sono stata una di loro.

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