di Gaia Villò
Ad un anno dal primo lockdown, è tempo di nuovi bilanci. Abbiamo scelto Sacrofano in rappresentanza di molte altre realtà comunali per raccontare, attraverso la viva voce dei commercianti, conseguenze e frutti di questa dura lotta contro la pandemia.
Sebbene il primo pensiero vada al problema economico, guardando aldilà della siepe c’è tutto un mondo da scoprire; è quello popolato da gestori ed esercenti di ogni settore che hanno saputo reagire alle bordate del virus ripartendo da nuove identità, reinventando il proprio ruolo o puntando sull’impegno e la volontà.

“Il vero COVID per noi è stato l’avvento di Internet” – confessa ad esempio Vittoria, giovanissima edicolante – “in questo periodo abbiamo solo cercato di far compagnia a grandi e piccini con giochi ed oggetti da collezione”. Sì, perchè da quando l’informazione ha iniziato ad irrompere nelle case, si è avvertito il bisogno di qualcosa che aiutasse le persone a progettare, costruire ed ingegnarsi.
Lo stesso spirito ha spinto i giovani ristoratori Matteo e Simone, assieme a tutto lo staff del Secret Garden, a mettersi a completa disposizione dei propri compaesani concedendo loro la possibilità di ricevere ordini a domicilio fino alle tre del mattino, sette giorni su sette, senza spesa minima né limiti di personalizzazione: “Questo è il posto in cui sono cresciuto” – dice Matteo – “e se qualcuno ha voglia di una tartare a mezzanotte, o di un hamburger alle due, io glielo porto, perchè il cibo è, in qualche modo, una coccola, un’attenzione che va garantita.”
È stupefacente notare come sul viso dei commercianti l’espressione più diffusa rimanga il sorriso. Questa pandemia sembra aver fatto riscoprire alle persone la preziosa intimità di una spesa fatta nel piccolo esercizio, la ritrovata confidenza con il negoziante o l’importanza di un contatto emotivo da stabilire, perché no, mentre si compra il pane o si sceglie un taglio di carne.

Giorgio Ottaviani è macellaio da generazioni, e commentando quest’ultimo anno confida: “Le persone vengono qui per parlare con un amico, si sono riavvicinate al commerciante per ritrovare quel calore familiare che è stato loro negato.” La piccola attività diventa così un antidoto contro la diffidenza, una seconda casa in grado di accorciare le distanze imposte.
Lo stesso vale per Andrea Finamore, che pur di stare vicino ai propri clienti ha saputo trasformarsi all’occorrenza in pizzaiolo, nel momento in cui tutte le pizzerie del comune avevano deciso di sospendere l’attività in attesa di tempi migliori; non solo: il Ristorante Finamore è stato l’unico punto di riferimento per coloro che volessero concedersi un buon sushi, tutto rigorosamente homemade, frutto di volontà ed impegno messi a disposizione del proprio paese.
Con lui, numerose altre attività hanno sentito il bisogno di incentivare questo “nuovo commercio” fatto di contatto e iniziativa, come Amelia Fontana, giovane donna che lo scorso dicembre ha ridato luce ad un angolo della piazza principale col suo nuovo negozio di pasta fresca, o ancora Francesca e Matteo, proprietari dei bar-pasticceria Muzzarella e Babbà, i quali hanno deciso, durante il lockdown, di coccolare i propri clienti con una formula tanto innovativa quanto vincente: la colazione a domicilio. “Siamo degli equilibristi costretti ad un filo” – confessa Francesca con gli occhi pieni d’amore per il proprio mestiere, “se il vento cambia cambiamo con lui ”.

La pandemia, dunque, ha distrutto molte cose, ma nulla ha potuto contro i sorrisi impertinenti di questa gente, persone che hanno saputo combattere la paura con il cambiamento, e perché no, anche con qualche risata.

È il caso di Eleonora e Giada, recentissime tenutarie di una posta privata sulla via principale del paese, le quali raccontano divertite: “Durante il primo lockdown abbiamo registrato un boom di bollettini rivolti alle più disparate associazioni ambientaliste, mai si è avuta tanto a cuore la sorte di uccellini, lupi od orsi marsicani come in quel periodo”.
Nel frattempo, il comune è in attesa di approvazione del bilancio per stabilire nuove misure che possano dare respiro agli esercenti; afferma il Sindaco Nicolini: “Siamo consapevoli delle gravissime difficoltà che stanno attraversando alcune attività commerciali presenti sul nostro territorio. Il nostro obiettivo è creare un polo di attrazione che spinga il visitatore a frequentare il nostro paese”. Insomma, come accade per ogni tragica inondazione che ritirandosi lascia il terreno fertilissimo, il COVID-19 ha sicuramente distrutto una parte di noi, quella più solida. Ci lascia, però, l’occasione di riscoprirci ancora fertili di idee, capaci di nuovi progetti e padroni di infinite possibilità.
