Dall’inizio della pandemia nel mondo “circa 1,6 miliardi di studenti hanno perso attività d’istruzione e apprendimento”, per la chiusura delle scuole. È quanto emerge oggi dal summit dell’Oms Europa con i rappresentanti di 53 Stati europei, in vista della riapertura degli istituti scolastici. A presentare una dichiarazione congiunta, al termine dell’incontro, sono stati il direttore Regionale per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge, e il ministro della Salute, Roberto Speranza, in cui si legge che “è realistico preparare e pianificare la disponibilità dell’apprendimento online per integrare l’apprendimento nel prossimo anno scolastico, durante le chiusure temporanee“.

Le lezioni online possono essere “necessarie – si legge nel documento – durante la quarantena episodica e possono integrare l’apprendimento scolastico in circostanze in cui i bambini alternano la presenza scolastica per rispettare le esigenze di allontanamento fisico nelle aule più piccole“.

Ma al di là delle possibili chiusure temporanee in caso di contagi, va detto che la scuola guarda alla riapertura in totale stato di confusione. I nodi a cui far fronte sono tanti, dalle cattedre vuote alle mascherine, dall’emergenza spazi all’arrivo dei banchi, mentre grava ulteriormente sul mondo scolastico il quesito sull’apertura prima o dopo l’election day per Regionali, comunali e referendum sul taglio dei parlamentari fissato il 20-21 settembre.

Aperture diverse dal 14 settembre sono state già decise da Bolzano (7 settembre), il Friuli (16 settembre), la Sardegna (22 settembre) e la Puglia (24 settembre). Alle quali si aggiunge ora anche la Calabria (24 settembre), mentre la stessa strada vorrebbero percorrerla anche Basilicata, Campania e Abruzzo.
La scelta del 14 settembre era stata decisa per dare un segnale di “ripartenza tutti insieme”. Ma stando ai fatti è già fallita.
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