È ormai chiaro che il costo dell’energia è in costante aumento. Parliamo di un problema serio e gravissimo. L’aumento del costo all’ingrosso di petrolio, gas ed energia elettrica è una potenziale bomba sociale ad orologeria. Dal prezzo dell’energia, infatti, dipende il costo di tutti i beni e i servizi che si trovano sul mercato.

Sono già arrivati segnali allarmanti dai settori che più di altri consumano grandi quantità di energia, come le industrie di ceramica, vetro, gomma e plastica. Si tratta di settori che impiegano oltre 200mila lavoratori.

In questi casi la fonte di energia più utilizzata è il gas metano: gli impianti, infatti, non possono essere mai spenti e bruciano energia 24/24 e 7/7.

Il gas metano è passato da un costo di circa €0,23 al metro cubo del settembre 2019 a €0,98 di questi giorni. Un aumento vertiginoso, che rende impossibile procedere con la produzione.

 

Il problema non è certamente solo italiano, ma interessa tutta Europa. La Commissione europea ha lanciato l’allarme, spiegando che le bollette sono ai massimi storici degli ultimi dieci anni. Le cause principali sono da ricercarsi nella politica energetica nazionale ed europea. L’Europa dipende essenzialmente dai combustibili fossili e, quindi, dalle importazioni. Nel 2000 l’Europa importava il 56% dell’energia, nel 2019 il 61%.

Il continente europeo importa circa il 97% di petrolio, il 44% di carbone e il 90% di gas.

 

Il basso costo di queste fonti ha provocato un calo dei prezzi nel 2019 e soprattutto nel 2020. In quest’anno, infatti, il calo della produzione ha consentito un abbassamento della domanda di energia e quindi dei prezzi. La tendenza si è invertita all’inizio del 2021 con l’aumento della domanda di energia, dovuto alla ripartenza delle produzioni. I prezzi all’ingrosso di energia elettrica sono aumentati del 200% su base annuale, mentre quelli al dettaglio del 9% (media UE).

In Italia, rispetto al 2019, i prezzi all’ingrosso del gas sono aumentati del 406%, quelli al dettaglio del 14%; i prezzi dell’elettricità all’ingrosso del 210%, quelli al dettaglio sono risultati inferiori del 2% (dati settembre 2021).

 

L’utilizzo delle fonti rinnovabili in Italia, nel 2020, si è attestato al 20% (l’obiettivo europeo era del 17%). La percentuale sale al 37%, se si prende in considerazione la sola produzione di energia elettrica. È evidente che non basta. E lo ha capito il Marocco che nel 2020 è arrivato al 32% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e punta al 52% entro il 2030. Poco? E pensare che sono partiti dallo 0% di qualche anno fa.

 

Il Governo sta tentando di tamponare l’aumento dei prezzi, stanziando nuove risorse. Ma non è questo il punto. La dipendenza energetica dall’estero (dalla Russia per il gas e dal Medio Oriente per il petrolio) non è più sostenibile. L’Italia e l’Europa devono ripensare completamente la propria politica energetica. Non è sufficiente una transizione (come va di moda dire oggi), serve una vera e propria rivoluzione energetica.

Sponsor