I predoni dell’ansia da Covid sono all’opera. E stanno monetizzando la paura dell’epidemia sulla scia della campagna regionale dei test sierologici rivolta a tutti i cittadini. Avviata da pochi giorni, è già un mercato delle vacche dove regna l’arbitrio e la tariffa di riferimento stabilita dalle disposizioni regionali è carta straccia. Infatti, non viene applicata da nessuno dei laboratori privati abilitati che abbiamo interpellato ieri e questa mattina. Ne abbiamo sentiti 12, pescando in tutte le Asl di Roma e provincia senza trovarne uno che faccia pagare il prelievo venoso per la ricerca delle IgG i 15 euro e 23 centesimi indicati dall’atto regionale.
All’opera i predoni di ansia da Covid
I più onesti, un paio, si fermano sulla soglia dei 20 euro o poco più, gli altri chiedono il doppio, spessissimo il triplo. Poi c’è chi si spinge a 70 euro ad Acilia, fino al record assoluto in un ambulatorio al centro di Roma che di euro ne chiede 85, circa sei volte più del prezzo consigliato. Il libretto d’istruzioni consegnato agli operatori dei centralini per giustificare le tariffe fuori contesto e rispondere alle domande dei cittadini sono un campionario di assurdità che palesa l’esistenza di una precisa volontà a trarre in inganno l’utente. C’è chi dice che quella tariffa si applica solo negli ospedali pubblici – cosa che non trova riscontro in alcuna norma – altri si giustificano dicendo “Noi siamo privato non convenzionato”, particolare del tutto ininfluente dato che il centro in questione risulta nell’elenco regionale, altri spiegano poi che trattasi di ticket, pur sapendo che l’esame in questione non è tra quelli rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Chiedere spiegazioni è come addentrarsi in una selva oscura. Ognuno va per la propria strada a spillar quattrini con il risultato che i cittadini vengono facilmente raggirati e la loro ansia trasformata in conto corrente, mentre la Regione perde credibilità visto che delle sue indicazioni regolatorie nessuno tiene conto.
Le tariffe vanno da 20 a 85 euro. A Rignano e Monterotondo ne chiedono 45
Ed ecco le tariffe registrate partendo dalla nostra Asl: a Civitavecchia la clinica Siligato ed il Centro diagnostico Buonarroti nella Rm 4 fanno pagare il test 20 euro. Ad Anguillara, stessa Asl distante alcuni chilometri dalla città portuale, il prezzo schizza a 35 euro. Sempre Asl 4, mentre a Rignano Flaminio, Aletheia arriva a quota 45. Spiegazione fornita a domanda precisa: “ La tariffa indicata dalla Regione si applica nelle strutture pubbliche, noi siamo un centro privato”.
Nella Asl Roma 1 presso l’Istituto diagnostico C. Proda il prezzo è di 22.50, poco sopra quello di riferimento, mentre all’ambulatorio l’USI di via Virginio Orsini, in Prati, la richiesta è di quasi sei volte il prezzo regionale: 85 euro. In compenso la Tuscolana accertamenti diagnostici, Asl Rm 2, chiede solo 30 euro, così come la Diagnostica Alessandrina, mentre la Fabia Mater, zona Prenestina, vola a 45 “pagamento solo in contanti”, si raccomandano al telefono.
Nella Roma 3 che comprende Ostia e Fiumicino c’è il caso Marilab di Acilia che fa pagare 45 un test, ma due li offre a 70 euro aggiungendo la ricerca delle IgM. Nelle Roma 5 (Castelli) l’impiegata che risponde al telefono della Casa di Cura Madonna delle Grazie spiega che loro non fanno il test “perché la Asl non ha fornito il materiale. Siamo in attesa”.
Nella Asl Rm 5 presso Laboratorio clinico Nomentano di Monterotondo si spendono 45 euro.
Le ragioni di una così imbarazzante deriva appaiono due: la Regione ha emanato un provvedimento quantomeno lacunoso, con troppi margini di manovra; gli operatori della sanità privata, non tutti, ma la stragrande maggioranza, interpretano la norma regionale a loro piacimento. Sanzioni non sono previste. A prima vista è tutto legale. Eppure indigna.
Il presidente Zingaretti blocchi i predoni
Il presidente regionale Nicola Zingaretti, forse percependo quello che sta accadendo a danno dei cittadini, ha detto ieri: “Chiedo al Governo di rendere gratuiti i test sierologici inserendoli nei livelli essenziali di assistenza, almeno per alcune fasce di reddito. Nel Lazio stiamo facendo gratuitamente 300mila test. Bisogna fare un passo avanti per evitare discriminazioni”. Giusto, nel frattempo però faccia correggere il provvedimento emanato, riveda l’elenco dei centri abilitati e blocchi i predoni.