Sono 18, su 40, le Usca-r oggi impegnate nelle visite domiciliari Covid a Roma e provincia. E’ così ulteriormente potenziato nel Lazio il sistema di assistenza domiciliare di contrasto al virus. Poco più della metà di queste équipes, composte da medici di medicina generale, specialisti e infermieri, sarà operativa presso i drive-in , le restanti 18 invece saranno  in giro per le strade di Roma e provincia  per effettuare le visite domiciliari indicate da Asl  e Ares 118. Non c’è dunque alcun rallentamento legato al discusso pronunciamento del Tar avverso il quale la Regione ha ricorso presso il Consiglio di Stato.

I medici di medicina generale al lavoro come ogni giorno

I medici di medicina generale ed i giovani medici sono al lavoro come tutti i giorni. In particolare oggi gli equipaggi coordinati dall’Ares sono sei. Andranno nelle case dei pazienti che hanno chiamato il 118, per verificarne  lo stato di salute. I dati dicono che il 90% di quelli segnalati dal servizio d’emergenza e visitato dalle Usca-r non ha fatto ricorso al pronto soccorso. Dodici invece i team dedicati alle visite domiciliari su richiesta delle Aziende sanitarie. Di queste un equipaggio è dedicato alla Asl Rm 2, uno a quello della Asl 3, invece è destinato alla visite domiciliari dove è necessario effettuare ecografie polmonari urgenti.

Il coordinatore Bartoletti: facciamo 1000 viste a settimana

“In genere ogni equipaggio effettua dalle 15 alle 20 visite – spiega Pierluigi Bartoletti vice presidente Omceo e coordinatore del servizio –  le ecografie invece vengono eseguite con una dotazione portatile che utilizza lo schermo del tablet o dello smarthfone. Tecnologie all’avanguardia per la sanità territoriale del futuro e che nel Lazio i medici stanno costruendo. Solo così si permetterà ai colleghi che operano negli ospedali di poter lavorare al meglio delle loro enormi potenzialità e possibilità . Complessivamente ogni settimana i medici delle Usca- effettuano circa 1000 visite e con le nuove assunzione gli equipaggi dedicati al domiciliare negli ultimi mesi sono più che raddoppiati. I consumi di materiali per la sicurezza delle nostre equipe sono simili a quelle di un reparto di rianimazione”.

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