Come stanno le api? Lo abbiamo chiesto a chi le ama. Emiliano Fatello di Palestrina è uomo di cultura e grande cuore. E’ tutt’uno con le strade che cammina e i monti su cui si inerpicano, e i santuari che ne fanno parte, i campi dei padri e le api che in quei campi ospita e cura con gentilezza e professionalità. Loro ricambiano producendo un miele pregiato. Emiliano è un nostro amico, di quelli che vedi poco, anzi pochissimo, ma è amicizia di grande spessore basata sul rispetto, su valori comuni, sulla partecipazione alle cose del mondo, inteso come impegno a curare il bene comune.

Ecco cosa ci racconta delle api e del miele

“Pochi giorni fa è stata la Giornata Mondiale delle Api – dichiara Emiliano – un giorno molto importante per riflettere sull’importanza delle api nel mondo e per la nostra vita. Parliamo di insetti straordinari che garantiscono la riproduzione di moltissime piante e che ci consentono di vivere e prosperare. Le api sono degli organismi bellissimi ma allo stesso tempo molto fragili, perché esposti a tutte le minacce possibili, come quelle ambientali, ma anche i pesticidi o i cambiamenti climatici, ma anche problematiche derivanti da comportamenti errati dell’uomo, che compie azioni pericolosissime per il super organismo. Ad esempio, le potature di piante che portano alla distruzione dei pascoli naturali durante il periodo centrale delle fioriture. C’è sempre un grande fermento nei giorni dell’evento mondiale sulle api, ma in realtà dovremmo ogni giorno impegnarci per queste nostre api, e in generale per il rispetto di ogni impollinatore, animale, pianta e albero che rappresenta la colonna portante di una sana vivibilità sul nostro pianeta.

Api in grande difficoltà

In particolare, quest’anno poi le nostre api sono in grave difficoltà. Hanno passato un inverno duro. Molte famiglie, nonostante le buone pratiche degli apicoltori per l’invernamento, sono uscite a febbraio veramente in difficoltà, alcune addirittura non ce l’hanno fatta. Hanno patito il freddo e le api, che si posizionano in “glomere’, si stringono per difendersi dal freddo e si muovono solo per andare a prendere il cibo, hanno dovuto faticare per sopportare il clima rigido e quindi hanno consumato tutte le scorte e sono rimaste a secco di cibo e alcune sono morte di fame. Un fatto legato sicuramente al problema climatico e anche alla continua diminuzione del nettare e quindi delle scorte che le api conservano, proprio per superare l’inverno e ripartire con la primavera. Inoltre quest’anno c’è stata una coincidenza di eventi dannati. La primavera non è mai partita. Nel pieno delle fioriture il clima classico primaverile non c’è mai stato e ci siamo trovati con un freddo che ha stoppato e bruciato sul nascere i nuovi fiori, creando cosi una drammatica assenza di nettare proprio all’uscita dall’inverno. Il risultato ê stato quello di avere famiglie senza scorte e non in grado di rifornirsi. Quindi una rallentata deposizione delle uova da parte della regina. In tanti anni, non ho mai visto le api in questo stato. Così famiglie con poca covata e quindi deboli, il che ha comportato ad un bottinaggio (raccolta del nettare) minimo.

Poco miele. Mettiamo più fiori nei nostri balconi

Al dunque la raccolta del miele verrà utilizzato solo per rafforzare le scorte per le famiglie e poco da raccogliere per la commercializzazione. Sarà una vero dramma per gli apicoltori che vivono di sacrifici e zero sostegni, a differenza dell’agricoltura in generale. Si spera che la maggior parte degli apicoltori, come sto facendo personalmente con i miei apiari, si impegni, nonostante tutto, solo a mantenere in vita le api. È un’azione di responsabilità verso la salvaguardia delle nostre api e del bene comune. Speriamo che migliori il clima e se volete fare qualcosa anche voi, piantate più piante mellifere possibili. Ovunque, in campagna, in giardino e anche nei balconi di casa.”

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