Manca ancora qualche ora a mezzanotte ma già si sentono botti nell’aria, scoppi fragorosi che arrivano all’improvviso interrompendo per un attimo la nostra quotidianità.

Inutili, a volergli fare un complimento, almeno per coloro che poi tornano semplicemente a ciò di cui si stavano occupando.

Ma se volessimo per un attimo provare ad essere meno egocentrici, potremmo soffermarci a riflettere proprio su quel botto lì, quello che ci ha distratti per un secondo o poco più.

Quel rumore, nello specifico, ha fatto star male qualcuno. E per carità: guai a parlare troppo di cani, gatti o fauna selvatica, altrimenti il “chissenefrega” che potemmo ricevere in risposta potrebbe essere più fragoroso del botto stesso.

Proviamo allora a parlare di esseri umani, persone che vivono nello spettro autistico o che soffrono di iperacusia, cioè ipersensibilità ai suoni.

Per loro i fuochi d’artificio, quelli rumorosi, sono fonte di grave stress e paura.

Questi stimoli esterni così violenti possono causare disagio (nelle migliori delle possibilità), ma anche atteggiamenti aggressivi autolesionisti o eterolesionisti quando la situazione si fa grave.

La condizione che si crea è quindi invalidante per molte persone: in Italia si stima, infatti, che un bambino su 77 sia nello spettro autistico, e non è cosa da poco.

Questo ci da la misura di come, ciò che per qualcuno è puro divertimento, potrebbe arrecare un danno incontenibile a molti.

E due parole spendiamole pure per gli animali, visto che non tutti hanno la fortuna di avere una casa dentro la quale rintanarsi e percepire in modo più ovattato il frastuono creato dai fuochi d’artificio. Cani e gatti che muoiono di infarto, stormi di uccelli feriti fai fuochi stessi.

Ne vale davvero la pena? La risposta sembrerebbe scontata, soprattutto se si tiene conto che esistono in commercio valide alternative agli ormai obsoleti fuochi d’artificio a cui siamo abituati.

Fuochi colorati ma silenziosi, a cui si potrebbe accostare la filodiffusione di una musica festosa ma assolutamente più bassa dei botti.

In tal senso sarebbe auspicabile il buon esempio delle amministrazioni comunali locali. A poco servono le ordinanze contro l’utilizzo dei botti il 31 dicembre se poi, nella sostanza, non si fanno rispettare.

E a poco servono tali ordinanze soprattutto se poi, durante l’anno, i fuochi d’artificio vengono sdoganati per qualsiasi festa patronale o sagra che sia.

Il rispetto delle norme faccia la sua parte, ma il buon esempio pure.

E magari saranno proprio i nostri amminstratori a segnare la strada per un rinnovo, con le feste del 2024 colorate da fuochi d’artificio silenziosi.

Poco importa la tradizione, se si vuole far star bene la cittadinanza.

Anche perché, a volerla dire alla Shakespeare, alcune usanze sono meglio onorate con l’infrangerle che con l’osservarle.

Buon anno a tutti.

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