City Angels è una Onlus che nasce a Milano nel 1994, il fondatore è Mario Furlan. Un’associazione multietnica, antirazzista e multireligiosa. Si definiscono gli “angeli della strada” intervengono ovunque ci sia bisogno di aiuto: distribuiscono cibo e coperte ai senzatetto, offrono assistenza ai tossicodipendenti, alle prostitute, ai migranti, fanno servizio d’ordine per eventi importanti. I volontari che sono presenti in 18 città italiane e una a Lugano, sono diventati un punto di riferimento per molti cittadini e si adoperano in servizi di cortesia per gli anziani soli, sono a disposizione per aiutare a trasportare disabili, ma anche per accompagnare una donna sola in parti della città particolarmente pericolose. Ogni anno nel mese di novembre c’è il Raduno nazionale a Rimini, un momento di incontro, in cui i volontari possono conoscersi e confrontarsi sulle diverse esperienze. Noi abbiamo incontrato Andi Xhelili nome di strada Joy, coordinatore di Roma, per conoscere meglio il mondo di questi volontari.

Come si diventa City Angels?

Lo si è ancor prima di diventarlo. Quello che dico spesso ai volontari è che quello che ci accomuna è la voglia di aiutare il prossimo a 360 gradi e questo non lo fai diventando City Angels ma perché hai questo spirito.

Servono tecniche di comunicazione e di approccio psicologico?

Per essere un bravo City Angels bisogna avere carattere e competenze. Una cosa che prescinde da quello che s’impara, mentre le competenze vengono acquisite sul campo e tramite corsi di formazione. E’necessario essere propensi ad aiutare il prossimo ma bisogna anche saper gestire qualsiasi tipo di situazione o difficoltà che si può creare in strada.

Che tipo di corsi di formazione fate?

Riguardano tecniche di squadra in genere le squadre sono da 3 o da 5, come muoversi in strada, tecniche di primo soccorso, tecniche anche psicologiche perché l’approccio nei confronti delle persone è il primo modo che ci permette di aiutarle al meglio. Ci sono anche dei corsi di autodifesa, trovandoci in strada possono essere sempre utili.
Come reagisce la gente quando vi vede?

Le persone ci ammirano in generale e ci danno il loro appoggio, ovviamente aiutando le persone in difficoltà siamo benvoluti. Il nostro modo di fare volontariato non si limita ad aiutare chi è in difficoltà, ma è atto anche a sensibilizzare l’opinione pubblica.

Qual è l’impegno di un volontario medio?
Sono richieste solo 3 ore settimanali come direttiva nazionale. Ogni volontario può fare anche di più.

Roma è una città grande come fate a coprire un territorio così vasto?

Non riusciamo a coprire tutto il territorio. Ci muoviamo per le strade della città, nelle zone in cui possono avere bisogno di noi, ad esempio le stazioni dei treni che sono dei “microcosmi”, ci sono persone di tutti i tipi, chi delinque, persone che subiscono soprusi, e noi in queste piccole realtà che sono le stazioni cerchiamo di operare. Quindi a Roma siamo più che altro a Termini, Tiburtina, Ostiense, San Pietro, Tuscolana, le zone un po’ più calde della città che hanno bisogno del nostro intervento.

Come vi coordinate con le Forze dell’Ordine?
Abbiamo raggiunto un buon livello di amicizia o cooperazione. Noi non agiamo mai in sostituzione delle forze dell’ordine ma sempre da semplici cittadini, quando possiamo intervenire senza disturbare le forze dell’ordine lo facciamo altrimenti richiediamo il loro intervento. Quando chiamiamo i numeri di emergenza, appena sentono City Angels sanno che è una richiesta seria e urgente. Cerchiamo di limitare i loro interventi quando possiamo risolvere noi.

Muovendovi nelle strade di notte vi capita di avere paura?
Sicuramente si, anche rabbia e nausea come succede a tutti. La paura è il sentimento che ci aiuta ad affrontare al meglio tutti i tipi di situazione. All’interno di ogni squadra c’è un coordinatore che è il caposquadra il quale valuta al meglio ogni situazione e in base a questa valutazione prende la decisione di intervenire oppure no. Noi non siamo i Rambo o i supereroi, quindi quando c’è una situazione di evidente pericolo anche per noi stessi, ci mettiamo in disparte e chiamiamo che di dovere cioè le Forze dell’Ordine, nel caso serva un primo soccorso lo facciamo ma non adiamo mai oltre. Non si può mettere a repentaglio la nostra vita né quella degli altri.

Perché vi date dei nomi in codice?
Hanno una duplice valenza, alcuni nomi veri sono più difficili da pronunciare o memorizzare dei soprannomi. Il “nome di strada” serve per mantenere l’anonimato, c’è anche una motivazione operativa, nel caso di più persone con lo stesso nome si può creare confusione e in certi frangenti è necessaria chiarezza e velocità. Poi è anche bello è come ribattezzarsi all’interno del volontariato.
La divisa invece come nasce?
La divisa è volutamente vistosa, per le nostre esigenze operative, dobbiamo essere altamente visibili sia per creare un deterrente per i malintenzionati, ma anche per creare un punto di riferimento per le persone che possono aver bisogno di noi.
La divisa ha dei significati soprattutto nei colori, il basco azzurro come le forze di pace dell’Onu, perché il nostro intento è sicuramente di pace, il giubbetto rosso rappresenta il colore internazionale dell’emergenza, noi siamo volontari che operano in contesti di emergenza.

Siete impegnati anche nelle scuole?
Di solito portiamo avanti dei progetti atti alla prevenzione del bullismo. Andando nelle scuole e portando le nostre esperienze della strada, per sensibilizzare i ragazzi su quella “vita vera” e quei valori di solidarietà e, a volte li abbiamo anche portati in strada con noi per far capire cosa voglia dire trovarsi nel bisogno.

La sede di Lugano come nasce?
A Lugano non ci sono molti senzatetto, come possono esserci a Roma, la nostra filosofia non è solo di solidarietà ma diamo un aiuto anche dal punto di vista della sicurezza. E’ una sede che fa molti servizi di cortesia per il cittadino. City Angels è rivolto a tutti i cittadini quindi ci occupiamo anche di accompagnare le persone che hanno paura di attraversare una zona particolare della città di notte oppure aiutiamo associazioni che sfilano per un qualsiasi diritto.

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