Ezio Bianchi, il donatore di voce numero 1 in Italia

Leggevo anche quando lavoravo, poi, una volta andato in pensione, mi sono detto: e adesso che faccio?”. La voce di Ezio Bianchi, dietro la cornetta, è squillante e veloce. 82 anni, vive a Bassano del Grappa, lavorava come commercialista e oggi ha un primato: è il numero uno dei donatori di voce in Italia.

Mi ero trasferito per lavoro a circa 150 km da casa, in Friuli, e vivevo dal lunedì al venerdì in un appartamentino, da solo. Cosa fare la sera dopo che si è letto un po’ il Corriere e si è guardato, sbadigliando, la televisione? Avevo letto su Famiglia Cristiana che a Feltre c’era qualcuno che leggeva per i non vedenti. Ho chiamato il centro e ho iniziato”. Il centro è quello Internazionale del Libro Parlato (CILP) ed è nato nel 1983 per uno scopo: aiutare i non vedenti ad accostarsi alla lettura ed allo studio. Un modo per ridare luce agli occhi spenti, per far rimanere nel cuore della vita ciechi e ipovedenti. Ma non solo: anche soggetti con disabilità visiva, con disturbi specifici dell’apprendimento, con difficoltà di lettura autonoma per problematiche psico fisiche o in condizioni di disagio connesso a situazioni psico-fisiche permanenti, di devianza, di degrado o di emarginazione sociale, nonché anziani con difficoltà di lettura autonoma.

Ezio Bianchi, il donatore di voce numero 1 in Italia

Dopo una settimana, ecco che arriva il primo libro – ci racconta ancora Ezio – era il manuale di diritto penale di Francesco Antolisei. Un testo storico, sul quale si sarebbero formati migliaia di futuri giudici, avvocati, magistrati“. Da quel momento non si è più fermato. Prima le registrazioni fatte su audiocassette di 90 minuti, utilizzando audio registratori semiprofessionali, poi con il nuovo millennio ecco il computer e l’mp3. “Adesso la tecnologia ci aiuta. Io, ad esempio, utilizzo dei piccoli stacchetti musicali, per far capire che sto leggendo una nota a margine“.

Il logo del CILP

Più di 800 testi letti, oltre 100 articoli provenienti da riviste di settore, Ezio Bianchi, che è laureato in Economia alla Cattolica di Milano, diventa un punto di riferimento soprattutto per i libri universitari. “Molti studenti hanno bisogno dei testi d’esame in tempi certi, sicuri. Per questo al Centro si rivolgevano a me. Ho iniziato a leggere di diritto ed economia, ora sono appassionato di filosofia, storia e saggistica. Ad esempio adesso sto leggendo un libro sui militari italiani nei lager nazisti, è stupendo”. Ezio parla e sembra un vulcano di passione. La stessa che trasmette Federico Lorenzi, che di anni ne ha 26 e vive a Faleria. Operaio in fabbrica fino alle quattro del pomeriggio, poeta e aspirante doppiatore quando torna a casa. Quando indossa le cuffie, cerca il silenzio e inizia a leggere. “Basta un computer, un microfono, una lettura chiara e corretta e si può diventare lettori volontari – ci racconta – è un piccolo, semplice contributo alla formazione di chi è in difficoltà”.

Cuffie, microfono e libro. Si inizia a leggere

I donatori di voce, ad oggi, sono solo 300 (per quanto riguarda il sangue, invece, il dato aggiornato al 2019 parla di 1.682.724 persone), sparsi in tutto il territorio nazionale, suddivisi secondo le loro competenze professionali, e dedicano costantemente alcune ore della settimana per la registrazione di opere specificatamente richieste. “Io mi programmo 2 o 3 ore al giorno – spiega Ezio – ma poi diventano puntualmente 4 o 5”. L’anno scorso è stato a Reggio Calabria, invitato alla laurea di un ragazzo ipovedente che aveva studiato legge sulle sue registrazioni: “Dire che mi sono sentito come un principe non rende l’idea di tutta l’affetto e la riconoscenza. Un altro studente, di storia, aveva bisogno di testi in portoghese. Lo avevo messo così in contatto con una studentessa di lingue. Ecco, i due adesso sono marito e moglie e vivono in Brasile”.

Ezio non smette di raccontare, trasuda orgoglio e purezza, le sue parole, pronunciate con un accento veneto musicale e leggero, sono le stesse che riecheggiano chissà dove in giro per l’Italia, dentro il computer o lo smartphone di qualcuno che sta studiando, che sta imparando cose nuove, che sta abbattendo un muro. E si sta formando grazie a lui. “Per questo c’è bisogno di voce, ma non per bellezza, per vantarsi. C’è bisogno di voce per aiutare”.

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