siccità acqua

In una delle scene del bellissimo film di Paolo Virzì, “Siccità”, Silvio Orlando, dopo essere evaso per sbaglio dal carcere di Rebibbia, si mette in coda dietro ad un’autocisterna per prendere un po’ d’acqua. “Questa è buona” gli dicono, mentre riempiono un contenitore di plastica. È una scena irreale, dal sapore distopico, eppure allo stesso tempo famigliare. Quante volte, nelle nostre piazze e nelle nostre vie, abbiamo visto cisterne simili, per risolvere guasti e malfunzionamenti oppure per far fronte alla scarsità idrica dei nostri acquedotti? Ecco, l’obiettivo di questa lettera aperta ai sindaci della nostra area ma anche ai cittadini è quello di non arrivare a quel punto. O perlomeno fare di tutto per limitare un’emergenza che è sempre più vicina.

I dati di questo inizio 2023 parlano chiaro: secondo la Coldiretti, quello che abbiamo vissuto è stato il trimestre più caldo di sempre, con una temperatura più alta di 1,44 gradi rispetto al passato mentre i dati del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, parlano di precipitazioni sotto la media nel periodo gennaio-febbraio. A soffrire questa situazione sarà innanzitutto l’agricoltura. “L’annunciato ritorno della pioggiaspiega ancora la Coldirettiè importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità e ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi, ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino e appenninico“. La scarsità idrica sarà un problema per l’agricoltura e, di conseguenza, sarà un problema per l’economia e per tutte le aziende agricole del nostro territorio. Secondo i dati Istat del Censimento dell’Agricoltura, le aziende della nostra area sono più di 1500 e dietro di loro ci sono lavoratori e lavoratrici, imprenditori e imprenditrici, famiglie che con la siccità vedranno a rischio investimenti, sacrifici e sforzi lunghi anni.

siccità acqua

Serve pensare subito, senza aspettare l’estate, a misure per limitare gli sprechi, per sostenere le aziende, rafforzando le azioni di contrasto contro i reati di captazione illecita e proponendo regole per il recupero, il riutilizzo e il risparmio idrico. Serve una progettualità a lungo termine, che miri alla salvaguardia dell’ambiente e delle persone. Serve pensare a misure per limitare i fuochi di sterpaglie o residui di vegetazione, senza aspettare il mese di giugno, cercando così di evitare quegli incendi che nelle scorse estati hanno falcidiato il nostro territorio, da Magliano Romano a Capena, da Morlupo a Campagnano. Per farlo serve anche un maggiore rispetto e una più grande attenzione da parte di tutti noi cittadini, in ogni singolo aspetto della nostra vita: dietro ogni mozzicone di sigaretta lanciato dalla macchina, infatti, c’è un potenziale incendio. Lavorare in questo senso vuol dire prevenire rischi per il nostro ambiente, per le nostre campagne e per il nostro territorio, che include gioielli da preservare e difendere come il Parco Valle del Treja e quello di Veio, la Riserva Naturale Tevere-Farfa e quella del Monte Soratte.

Lavorare in questo senso vuol dire lavorare anche per la nostra salute, visto che per caldo e siccità si muore sempre di più. I dati del CNR hanno messo in relazione le ondate di calore con l’aumento della mortalità nella scorsa estate, salita del 28% a Roma e provincia e addirittura del 52% a Viterbo. Per capire cosa possono fare le amministrazioni e i cittadini può essere utile, allora, consultare il decalogo pubblicato da Legambiente. Tra i suggerimenti c’è quello di limitare o fare divieto di innaffiamento dei giardini ornamentali durante i periodi di crisi idrica oppure di sospendere il flusso delle fontane storico-ornamentali, limitare o vietare il lavaggio di autovetture e moto o il riempimento di piscine. Infine, un’altra indicazione importante, quella che richiede forse lo sforzo maggiore: lavorare sulle perdite con interventi straordinari di manutenzione delle reti idriche. I dati della dispersione di acqua nella provincia di Roma, per il 2021, erano del 28,6%, con picchi nelle provincie di Frosinone e Latina, entrambe al di sopra del 60%.

Per questo serve lavorare subito all’emergenza siccità. Per l’economia, per l’ambiente, per la salute. Per noi.

Sponsor