Le elezioni europee del 26 maggio scorso hanno attirato più attenzione del solito. In tutta Europa, infatti, era diffusa la percezione che questo appuntamento elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo avesse un grande significato per il futuro dell’Unione.
L’idea di uno scontro fra forze europeiste, che intendono proseguire l’esperienza di integrazione, e forze nazionaliste, che — più o meno apertamente–, considerano l’Europa e l’euro come un’esperienza da ridimensionare, era chiara e netta.
A livello nazionale, inoltre, le elezioni di maggio sono state il primo grande appuntamento politico dalla nascita dell’attuale governo, e sono pertanto state vissute come una sorta di “tagliando” sul consenso delle forze politiche di maggioranza.
IN EUROPA, AUMENTA L’AFFLUENZA
Va detto subito che le aspettative continentali si sono verosimilmente riflesse in un aumento dell’affluenza. A livello europeo, l’affluenza alle urne (al 51%) è stata la più alta dell’ultimo ventennio ed ha ripreso ad aumentare per la prima volta dal 1979.
In Italia, dove la percentuale dei votanti è in media più alta che in altre democrazie europee, l’affluenza è stata per lo più simile a quella delle scorse europee del 2014, intorno al 50%.
CLASSIFICHE LOCALI
Per discutere i risultati italiani, è invece interessante per noi scendere a un livello molto locale ed esaminare i voti assoluti ottenuti dai primi classificati nei diversi comuni della nostra area.
In tutti i Comuni, ritroviamo la stessa tripletta: prima la Lega, secondo il PD (con la sola eccezione di Capena, dove il secondo partito è il M5S), terzi i “grillini”. In tutta l’area, il primo partito (la Lega) ottiene in totale ben 13.635 voti.
Solo un anno fa, alle elezioni per la Camera, contando i voti di lista, il primo partito in tutti i Comuni dell’area era il Movimento 5 stelle, seguito dal PD a Campagnano, Castelnuovo, Morlupo, Riano, Rignano e Sacrofano, e dalla Lega a Capena, Fiano, Formello e Sant’Oreste. I voti totali ottenuti dal primo partito (5 stelle) in tutta l’area erano (di nuovo) 14.441.
Se invece esaminiamo i risultati assoluti delle europee del 2014, abbiamo invece primo partito ovunque il PD, seguito sempre dal M5S e da Forza Italia (con la sola eccezione di Sacrofano, dove FI è il secondo partito e M5S terzo). I voti totali ottenuti dal primo partito (PD) in tutta l’area sono (di nuovo molto simili) 15.379.
FLUTTUAZIONI INSPIEGABILI?
Spiegare queste fluttuazioni non è facile. Forse dobbiamo considerare che, al di là del ristretto numero di elettori attivamente impegnati in politica, molto spesso il voto si orienta verso chi dà la sensazione (a torto o a ragione) di avere un progetto chiaro (giusto o sbagliato) e la forza per attuarlo.
Nel 2014 questa sensazione la dava il PD di Matteo Renzi, nel 2018 i 5 stelle, nel 2019 la Lega di Salvini.
Poi esiste anche altro, esistono i problemi reali e percepiti. La propaganda sui social (per esempio) sta assumendo un peso sempre più significativo, e spesso abbastanza inquietante, come rivelano sempre più numerosi studi in tutto il mondo occidentale.
Tuttavia, a voler restare su un piano semplice, è indubbio che la massa degli elettori pensi al domani più che a ieri, e che i risultati elettorali dipendano spesso più dalle aspettative future che dai risultati passati.
Una riflessione che forse potrà aiutarci a capire e “fare pace” anche con chi non ha votato come noi.