Fino a ieri pomeriggio alla Regione Lazio erano sicuri del ritorno in zona gialla. Al punto che l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, aveva dichiarato: “Il valore Rt è a 0.73, in calo visto che il precedente della scorsa rilevazione era 0.94. I tassi di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva e di area medica tornano entrambi al di sotto della soglia di allerta. In diminuzione l’incidenza e il numero dei nuovi focolai nella settimana di riferimento. Ci aspettiamo una valutazione del rischio con passaggio in area moderata, tenuto conto che vi è una riduzione da due settimane di tutti gli indicatori. Bisogna mantenere alta l’attenzione. Sul ritorno in zona gialla bisogna attendere le valutazioni dell’ISS e le successive determinazioni del Ministero“.

Da ieri sera invece è iniziato a circolare un certo pessimismo.

Il motivo lo spiega proprio il protocollo del Ministero della Salute, richiamando il passaggio del testo – articolo 2, comma 3 – in cui si spiega che le due settimane necessarie a una regione per conquistare la fascia inferiore di rischio scattano dal momento in cui viene accertato che il regime di rischio si è allineato ai parametri previsti e cioè il seguente: “Il Ministro della salute, con frequenza almeno settimanale, secondo il procedimento di cui all’articolo 1, comma 16-bis, del decreto-legge n. 33 del 2020, verifica il permanere dei presupposti di cui ai commi 1 e 2 e provvede all’aggiornamento dell’ordinanza di cui al comma 1, fermo restando che la permanenza per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive comporta la nuova classificazione.

Le ordinanze di cui ai commi precedenti sono efficaci per un periodo minimo di 15 giorni, salvo che dai risultati del monitoraggio risulti necessaria l’adozione di misure più rigorose, e vengono comunque meno allo scadere del termine di efficacia del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sulla cui base sono adottate, salva la possibilità di reiterazione”.

Tradotto: alla Regione calcolano il ritorno in rischio moderato da quindici giorni fa. Al Ministero il computo parte da venerdì scorso, il 22, quando la nostra Regione registrò un ritorno dell’art sotto quota 1. E considerato che ci vogliono 14 giorni consecutivi in rischio moderato per cambiare colore, se ne riparlerebbe la settimana prossima. 

Tra poco, in tarda mattinata, la decisione finale del Ministero della Salute. Ma se verranno applicati alla lettera questi protocolli, il Lazio rischia seriamente di restare in zona arancione. Con buona pace di bar e ristoranti che si stanno preparando da giorni ad una eventuale riapertura.

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