È esploso, anche nella nostra area, il Maggio dei Libri, la cornice istituzionale che raccoglie centinaia di iniziative che legano la lettura e la primavera. Aggiorniamo i dati rispetto ai numeri riportati nella nostra edizione cartacea. Gli appuntamenti sparsi in tutta Italia sono 3071, con il Lazio a quota 305 subito dopo il Veneto con 321 eventi. Tra i fanalini di coda, invece, la Valle d’Aosta, 8 eventi in agenda, il Molise (21) e Basilicata (23).

Un fermento di autori, pagine, editori e lettori. Ma qual è la situazione reale in Italia? Quanto si legge nella nostra penisola e quanti libri ci sono in circolazione?

 

UNO SGUARDO AI DATI SULLA LETTURA…

Per capire il panorama dei lettori tricolori ci siamo rifatti alle indagini Istat denominate “Aspetti della vita quotidiana”, al cui interno troviamo domande a “persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali nei 12 mesi precedenti l’intervista”. Il dato più aggiornato è quello del 2017 dove il 41% di intervistati risponde in maniera affermativa. Tradotto in termini più pratici meno di un italiano su due ha letto un libro nell’ultimo anno.

Dati emblematici che ci riportano a quelli del 2000, quando la percentuale stimata era del 38.6%. Il picco massimo di lettori si è registrato invece nel 2010, con il 46.8%, quando è iniziata una costante flessione che dura fino ai nostri giorni.

A voler entrare nello specifico dei numeri e tracciare un identikit del lettore medio bisogna sottolineare che le femmine leggono più dei maschi (47.1% contro 34.5%), si legge più al nord (media di 48.5% di lettori contro il 28.3% del sud), legge soprattutto chi ha un diploma superiore o una laurea e le percentuali più alte si registrano nella fascia di età che va tra i 15 e i 19 anni.

Il 60% degli italiani, insomma, non legge. E non lo fa perché “ha poco tempo libero” (il 30% degli intervistati secondo Istat), perché “annoia e non appassiona” (35.4%) oppure perché “preferisce altri svaghi” (23.7%). Numeri che portano ad essere l’Italia 12esima nella classifica dei paesi più lettori, capitanata da Norvegia, Regno Unito e Canada, tutte con percentuali superiori al 83%.

 

…E A QUELLI SULLA PRODUZIONE LIBRARIA

Di fronte a questi 23 milioni di italiani che leggono almeno un libro l’anno e nell’ambito di questo tracollo dei dati sulla lettura, in Italia, incredibilmente, si producono più libri. Sono 1.505 gli editori attivi (+6.8% rispetto alle ultime statistiche) mentre 61.188 i titoli in circolazione (anche qui in crescita del 3.7%), con più di un terzo della tiratura dedicata a romanzi, racconti, gialli e libri di avventura.

C’è da registrare però il calo vertiginoso delle tirature: se negli anni 80 si stampavano in media 8.500 copie, per passare ai 6.200 di metà anni 90, adesso si scende addirittura a 3.000 copie. Un fenomeno legato non solo alla crisi delle vendite ma anche ai cambiamenti economici, produttivi e distribuitivi, facendo passare il fatturato complessivo dai 3.5 miliardi del 2010 ai 2.6 del 2015.

Si pubblica di più, si stampa poco e si legge ancora meno. Eppure scrivere, leggere o pubblicare un libro magari non sarà, per citare le parole di Marguerite Yourcenar, come costruire ancora “granai pubblici”. Ma è sicuramente un buona scorta di riserve, “contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”.

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