Negli ultimi giorni è stata scritta una pagina di televisione davvero agghiacciante, indelebile, che ha visto come protagonista il programma del Grande Fratello VIP. Un programma che tanto decanta la lotta contro ogni forma di bullismo e discriminazione, tutte tranne una: l’ignoranza nei confronti dei disturbi psicologici.

Marco Bellavia, concorrente del gfvip, è stato costretto ad abbandonare la casa per colpa di un branco di esseri che non possono essere definiti “umani”. Marco soffre di depressione. Marco è stato additato come “pazzo”, “malato”, “scemo”, “patetico”, hanno ignorato le sue lacrime, gli hanno detto di stare zitto perché a loro non interessa quello che ha da dire. Addirittura gli hanno detto che si merita di essere bullizzato. Lo hanno volutamente emarginato.

Marco aveva chiesto aiuto: “sì, è vero che non sto bene e che fuori avevo mio figlio come punto di riferimento. Però starei qui ancora volentieri. Conto di riuscire ad andare avanti, se mi date una mano. Perché se una persona ha bisogno e gli altri ventidue la aiutano, ce la farà. Da sola non ce la fa”. La sua richiesta di aiuto non è stata accolta, anzi, è stata presa in giro da tutti, o quasi. Il branco ha detto a Marco che non si viene al Grande Fratello per fare psicoanalisi, “piuttosto andasse alla neurodeliri”, ha detto una concorrente.

Tutti loro, però, hanno potuto raccontare i loro drammi e i loro dolori senza essere vessati: si è parlato di sieropositività, di tumori, di transfobia e omofobia. E tutti si sono dimostrati empatici e sensibili, gli uni nei confronti degli altri. Come se certi dolori avessero più diritto di essere raccontati rispetto ad altri. Anche i disturbi psicologici generano sofferenza e meritano di essere trattati con il giusto peso e con la dovuta sensibilità, al pari di tutti gli altri dolori. Per Marco Bellavia, però, non c’è stata né empatia, né sensibilità, ma solamente tanta cattiveria e ignoranza.

Purtroppo, nonostante gli ultimi progressi, la salute mentale è considerata ancora un tabù o un capriccio di persone che potrebbero vivere ma non lo fanno per qualche strana tristezza. La verità è che le persone che soffrono di un disturbo psicologico hanno dentro un dolore tale che sembra urlare infinitamente, una lama che taglia in mille pezzi le viscere del corpo, una voce cattiva nel cervello, tanti chiodi conficcati nella mente che a volte impediscono addirittura di alzarsi dal letto la mattina. La verità è che la malattia mentale non è un capriccio, ma un mostro che logora dentro. E nessuno può salvarti, se non te stesso, utilizzando gli strumenti che solo una figura specializzata può offrire.

Un quadro di Aurora Mazzoldi ritraente la depressione.

Marco Bellavia era entrato al gfvip proprio per parlare del tema della salute mentale, per lui una missione: “mi piacerebbe restare e dimostrare che oltre il dolore fisico c’è anche quello mentale, e si può sconfiggere”, ha detto, poco prima di uscire, all’unica concorrente che gli ha dimostrato solidarietà, dandole anche un consiglio: “tu sei piccola, hai meno peso sulla coscienza, perché sei giovane. Hai ventiquattro anni, sei fortunata, perché se imparassi queste cose che io ho imparato solo a sessant’anni, non avresti i miei problemi; e allora è giusto che voi giovani impariate queste cose. Piango, e non so bene perché. Quando non sai bene il motivo hai paura di ciò che non sai”.

Purtroppo in questo programma non è stato dedicato il giusto spazio a un tema così delicato e necessario: una sofferenza che soprattutto dopo la pandemia ha coinvolto milioni di persone. Perché anche se la depressione, o qualunque altro disturbo mentale, non si vede, non significa che non ci sia.

Con un programma come il Grande Fratello, seguito da milioni di persone, soprattutto dai giovani, si sarebbero potuti mandare dei bellissimi messaggi: far capire che la sofferenza psicologica non deve essere nascosta, che è una sofferenza al pari delle altre, che non si è “pazzi”, che si deve avere il coraggio di chiedere aiuto, e che si può guarire.  Perché se ci fa male il cuore, andiamo da un cardiologo. Se ci fanno male i denti, andiamo da un dentista. Se la vista si abbassa, andiamo da un oculista. Se abbiamo problemi alla pelle, andiamo da un dermatologo.

E dovrebbe normalizzarsi anche il fatto che se non stiamo bene psicologicamente dobbiamo andare da uno psicologo. La salute mentale è importante tanto quanto quella fisica, perché se ci si fa male a una gamba e non la si cura, si finisce per non riuscire più a camminare; allo stesso modo, se si trascura la salute mentale, si finisce per non avere più il controllo della vita: perché è la mente che coordina il corpo. Se la mente si ammala, si ammala anche il corpo, e con loro, noi stessi.

Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto, perché iniziare un percorso psicologico significa iniziare un viaggio dentro se stessi, di conseguenza è un atto di coraggio, perché non tutti hanno la forza e l’audacia di farlo, per paura di scoprirsi, di affrontare i propri fantasmi, di cambiare. In realtà, è il miglior regalo che si possa fare a se stessi: prendersi un’ora di tempo a settimana da dedicare solo alla propria persona, per crescere, migliorare, affrontare i problemi, per stare meglio. Perché chi va dallo psicologo vuole stare bene, vuole Vivere.

Un quadro di Van Gogh, realizzato mentre si trovava all’ospedale di Saint Rémy-de-Provence per delle cure psichiatriche.

Purtroppo, però, al gfvip, è successo esattamente il contrario: non se ne è parlato (e tutti dubitano che se ne parlerà in puntata), non si è intervenuti di fronte a scene di bullismo e violenza, e ancora una volta è stato additato come “pazzo” qualcuno che pazzo non lo è affatto. Perché Marco vive una condizione che tantissime altre persone vivono. Ha infatti affermato: “sono patetico? Non mi vergogno di esserlo. Esiste questa cosa. Mi sono messo alla prova e ho chiesto di venire qui dentro per fare un’esperienza per aiutarmi e in caso poter aiutare qualcuno al di fuori di qui. La gente guarda la televisione e si immedesima”.

Insomma, molti dicono che ancora una volta ha vinto la cattiveria, l’ignoranza, il branco, i bulli. In realtà sono proprio loro che hanno perso: è vero, non sarebbe dovuto uscire Marco, sarebbero dovuti uscire dal programma tutti gli altri concorrenti, ma Marco Bellavia troverà il suo equilibro fuori di lì. È lui che ha vinto, avendo trovato il coraggio di raccontare il proprio dolore, nonostante il menefreghismo aleggiante nell’aria. E il suo messaggio è arrivato forte e chiaro.

Ciò che fa sperare è che almeno la gente fuori dalla casa del gfvip si è scagliata contro il programma e contro il branco. Sono tutti dalla parte di Marco. Si spera che la produzione prenda dei seri provvedimenti, perché non possono passare certi messaggi. È inaccettabile.

Il suicidio di Manuel Vallicella, ex tronista di Uomini e Donne, per restare nel mondo della televisione, evidentemente non ha insegnato un bel niente. Anche Manuel soffriva di depressione. Purtroppo il suo mostro ha vinto. Perché troppe volte chi soffre di tali disturbi si sente solo, incompreso, estraniato, emarginato. Così come Manuel, tante altre persone hanno preferito togliersi la vita, piuttosto che vivere con certi dolori dell’anima e della mente. Così come Marco, tante altre persone stanno combattendo contro un disturbo psicologico. Se ne deve parlare. Non si può più restare in silenzio.

È vero che ci si salva da soli, ma Marco ha ragione: avere delle persone accanto può fare la differenza. Lui nella casa del Grande Fratello non le ha trovate, ma fuori, per fortuna, c’è suo figlio che lo aspetta. Probabilmente il Grande Fratello è un programma troppo becero e crudele per ospitare persone dall’anima sofferente, pura e sensibile come Marco Bellavia.

Perché non tutti gli esseri umani hanno il coraggio di essere umani.

 

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