“Per tutto il mese di aprile a causa delle dosi ridotte di Astrazeneca i medici di medicina generale lavoreranno in prevalenza con Pfizer, sono state date indicazioni a tutte le Asl. Non appena arriverà il vaccino Johnson&Johnson verrà dato a tutti i medici di medicina generale”  Cosi l’assessore Alessio D’Amato risponde ai medici di famiglia che venerdì avevano chiesto di non privilegiare gli hub nella fornitura dei vaccini e di rifornire in modo adeguato i medici di famiglia che costituiscono la prima linea del sistema sanitario sul territorio regionale e nazionale.  I medici stimano che il loro coinvolgimento pieno, potrebbe triplicare il numero dei cittadini vaccinati ogni giorno.

4000 in prima linea, 500 ucp, piccoli hub

I medici nel Lazio sono oltre 4000 ma sono organizzati in medicina di gruppo, le famose Ucp. Sono circa 500 e di fatto possono essere considerate piccoli hub capillarmente diffusi. “Oggi invece questa rete viene ignorata – denunciano  i medici della Fimmg Provinciale e regionale – non abbiamo nessuna sicurezza sulle dosi, ci danno quello che avanza, oppure ci chiedono di fare quello che non sono in grado di fare loro: i domiciliari, ma secondo le loro agende, non sulla scorta delle priorità che il medico conosce per i propri pazienti. E’ disperante dover dire ai cittadini che vengono nel nostro studio : “Non possiamo fare nulla, disdire gli appuntamenti dati. E’ umiliante. Si privilegiano gli hub, ma puntare solo e soltanto su queste strutture, è un errore. Vedere anziani alla Nuvola ed in altri hub in fila, spesso accompagnati, non è un bello spettacolo. Dovrebbe essere la soluzione di sostegno, non la via principale. Se si vuole vincere questa guerra serve che i medici di medicina generale vengano forniti regolarmente di vaccini. Inutile mettere in campo farmacisti o altre figure. Inutile creare pasticci. Serve linearità’.

Dateci i vaccini per i nostri assistiti nelle città, paesi,  piccoli centri, frazioni, in montagna come al mare. I pazienti lo chiedono e noi oggi siamo costretti all’impotenza. Ci rivolgiamo al generale Figliuolo perché indichi con decisione alle Regioni di imboccare questa strada, chiediamo alla  Regione Lazio di essere protagonista di questo cambiamento: riservare una quota, cospicua, dei nuovi arrivi alla medicina generale, confidando nella organizzazione dei medici che funziona.  Dateci i vaccini, eliminate la burocrazia in eccesso. Date i vaccini alla prima linea altrimenti questa guerra non si vince.” 

Entro il 3 aprile 2 milioni e 800 dosi, poi i Johnson 

Entro il 3 aprile il Commissario nazionale  ha annunciato oggi l’arrivo di 2 milioni e 800 mila dosi. Per il Lazio sono circa arrivo 300mila. Cambiare passo è necessario.  L’appello sembra essere stato ricevuto. Per la vaccinazione i medici di famiglia seguono le priorità generali secondo un elenco che oggi determinano di fatto in autonomia. Gran parte degli over 80 ormai è stata coperta, il 40% anche con la seconda dose. Dunque si può procedere con le altre fasce di età. Anche se si ha una prenotazione in un hub si può disdire nel caso chiami il proprio medico. Tutto sta a distribuire i farmaci in modo fluido e  con la burocrazia ridotta la minimo. Inoltre con l’arrivo dei Pfizer le categorie più a rischio possono essere vaccinate in via prioritaria. E’ stato calcolato che se ai medici di famiglia fossero regolarmente consegnati i farmaci anti covid la quota  giornaliera di vaccinati potrebbe essere quasi il triplo dei 26 mila registrati oggi.

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