Robot piccoli come semi e in grado di volare proprio come insetti. E’ il nuovo progetto europeo I-SEED, coordinato dall’IIT – Istituto italiano di Tecnologia, che vanta la collaborazione di cinque partner europei tra Italia, Paesi Bassi, Olanda e Cipro. Tra le altre partecipazioni italiane, anche quella dell’Istituito di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna ( Pisa ) e dell’IIA – Istituto sull’inquinamento atmosferico del CNR. I risultati dell’innovativa ricerca saranno dei piccoli robot della stessa dimensione dei semi, capaci di monitorare il terreno e la qualità dell’aria valutandone lo stato di salute attraverso il rilevamento di inquinanti, livelli di CO2, umidità e temperatura. Il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente, poiché si tratterà di robot biodegradabili. I ricercatori faranno riferimento direttamente al comportamento dei semi delle piante: esse infatti si avvalgono di diverse strategie per la dispersione dei germogli. Non li rilasciano solo grazie alla trasmissione aerea ma sono in grado di produrre anche semi con strutture fatte apposta per essere in grado di scavare e penetrare nel suolo. Queste facoltà garantiscono alle piante sopravvivenza e riproduzione. I “semi artificiali” si ispireranno quindi a quelli naturali; il progetto è volto a indagare la morfologia delle piante e alla ricerca di materiali biodegradabili multifunzionali. Lo scopo è quello di realizzare due tipi di robot differenti: I-SEED ERO E I-SEED SAM. Il primo, capace di attraversare il terreno grazie a una particolare struttura circolare, mentre il secondo sarà in grado di volare e rilevare sia i parametri dell’aria che della superficie del suolo. I semi – fluorescenti per essere più facilmente tacciabili – saranno dispersi grazie a un drone che li rilascerà sui terreni interessati dal progetto, e monitorati attraverso un software apposito. Inoltre, i materiali di cui saranno composti sono del tutto biodegradabili e quindi altamente sostenibili a livello ambientale. I ricercatori dell’IIT si occuperanno della progettazione e realizzazione dei due robot coordinati da Barbara Mazzolai. Il team ha esperienza in studi simili: Mazzolai, infatti, ha già presenziato come coordinatrice al progetto europeo, risalente al 2012, che ha creato il primo robot pianta al mondo. Si tratta del Plantoide, capace di riprodurre il comportamento delle radici.
L’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna invece, si occuperà di sviluppare i modelli matematici necessari a far muovere i robot e a studiare le caratteristiche dei semi naturali per migliorare le prestazioni di I-SEED. Infine, al CNR-IIA spetterà il compito di studiare i sensori usati per l’analisi ambientale e in grado di agire anche in scenari reali, e si occuperà della ricerca di siti per testare i robot. Sempre il CNR farà parte del team di valutazione dei protocolli di funzionamento e contribuirà a realizzare il modello cloud per condividere i dati. Il progetto potrebbe essere utile, nel futuro, a valutare la qualità dell’aria e del suolo in maniera innovativa e sostenibile grazie a una futuristica commistione tra biologia e tecnologia.

 

 

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