Dopo 45 giorni di calvario i pendolari della Roma Nord provano a costruire una giornata di protesta eclatante. Giovedì 7 novembre alle 18 è convocata un’ assemblea a Labaro presso il Teatro delle Sedie per decidere il da farsi. Bisogna alzare l’asticella della contestazione per bloccare una deriva di disservizi che oltre ad essere intollerabile sta rischiando di provocare una tragedia. Secondo i pendolari siamo ormai ai titoli di coda.

DA ANSF ULTERIORI PRESCRIZIONI PER SICUREZZA

L’ANSF (Autorità nazionale sicurezza ferrovie) ha già calato la mannaia da almeno 15 giorni. “Da quello che sappiamo – scrive l’Associazione Trasportiamo – l’Agenzia il 14 ottobre scorso ha indirizzato una corposa nota alla Regione Lazio per chiedere conto delle soluzioni adottate rispetto alle loro Direttive, entrate in vigore sulle nostre ferrovie ex concesse il tristemente famoso 1 luglio 2019. Alla nota dovevano rispondere entro 15 giorni e non sappiamo se sia stato fatto. Per questo siamo molto preoccupati. Il mancato soddisfacimenti di tali prescrizioni, inerenti la circolazione treni, comporta la chiusura della ferrovia. Fino a quando non si faranno i lavori adeguati per mettere tutto in sicurezza, come dice giustamente ANSF da anni. Stiamo quindi rischiando, da un giorno all’altro, di non veder partire più treni dalle stazioni e così diciamo addio ai raddoppi, alle innovazioni, ai nuovi treni, ai sogni di gloria tanto sbandierati dalla Regione Lazio nei suoi recenti incontri”.

RESTANO IN VIGORE I DISSERVIZI QUOTIDIANI

L’Atac, ha risposto alle preoccupazioni dei pendolari con un comunicato diffuso al termine dell’ultima riunione dell’Osservatorio, assicurando che prenderà provvedimenti atti ad alleviare i disagi dal prossimo 11 novembre tenendo conto delle recentissime prescrizioni ANSF. Intanto restano in vigore i disservizi che hanno segnato gli ultimi 45 giorni. Le corse vengono soppresse con regolarità teutonica, i treni si fermano guasti con frequenza imbarazzante, i disservizi sono regola ordinaria, i pendolari, studenti lavoratori, famiglie, da tre mesi vivono nel caos. La linea è di proprietà della Regione ma gestita dall’Atac. Il contratto di servizio è però scaduto lo scorso 19 giugno ma ad oggi non c’è traccia di rinnovo o proroga. Si vive, male, alla giornata. Sulla carta il programma della Regione su questo linea è ambizioso e radicale : rinnovarla, potenziarla, metterla in sicurezza e raddoppiarla anche se solo in parte. Per far questo sono disponibili progetti e denari in quantità sufficiente alla bisogna: quasi 400 milioni. In base a questo piano la gestione della ferrovia dovrebbe essere assunta direttamente dalla Regione attraverso la società Astral a cui sarebbe affidato il compito di indire le gare , aprire i cantieri proseguire la realizzazione delle opere già avviate, come la nuova stazione di Piazzale Flaminio, il cui cantiere è bloccato da mesi per la crisi finanziaria di Atac e, infine, pubblicare il bando di gara per l’acquisto di nuovi treni.

CANTIERI BLOCCATI , FERMI  400 MILIONI

Per seguire l’andamento della grande opera i cui lavori dovrebbero concludersi alla fine del 2024 , l’assessorato regionale alla mobilità, lo scorso settembre, ha costituito un Osservatorio con tutti i sindaci dei comuni toccati dal tracciato delle ferrovia. Esclusi dall’organismo i pendolari, che però documentano il disservizio giorno dopo giorno sui social alimentando un tam tam di insoddisfazione , proteste e sfiducia nelle istituzioni che cresce e cresce. Ed il tappo della pazienza sta per saltare.

OSSERVATORIO INUTILE, SINDACI SI SCHIERINO CON I CITTADINI

“ I Sindaci dei Comuni interessati- scrive l’Associazione Trasportiamo – dovrebbero abbandonare un inutile Osservatorio, fatto ad arte (a questo punto) per tenerli buoni, in attesa del peggio, e mettersi in testa ai cortei di protesta, a manifestare a fianco dei propri concittadini e pendolari perché la Ferrovia ROMANORD è patrimonio di tutti, e senza di essa si distruggerà in pochi anni il tessuto sociale e produttivo costruito con tanto tempo e fatica, proprio grazie alla ferrovia! Per questo il 7 novembre dovrà essere un punto di partenza per farci sentire, tutti, seriamente. La ferrovia Romanord è patrimonio di tutti. Ore 18 Teatro Le Sedie a Labaro”.

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