ll Mondo sulla Pace, Magma, Liberazione, Vortice, Pensiero, Naufraghi. Una sequenza di parole che sa di nuvole. Questi i nomi delle sculture in travertino di Tivoli, che da sabato sono installate e in mostra a S.Oreste. Per sempre, in quanto dono.

Il bianco del marmo innestato nella pietra grigia del monte sacro. Quattro di esse,  segnano il  “Percorso della vita”, sentiero naturalistico nel parco del Soratte che si inoltra nel bosco e arriva all’anfiteatro di pietra rimesso a nuovo. Le altre invece sono installate nel “Percorso della Memoria” , cioè nell’area antistante le gallerie del Bunker, ieri centro comando del nazismo in ritiro, oggi museo.

Sculture di travertino sul Soratte. Dono di giovani artisti

Le opere sono state realizzate dagli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Roma su un progetto proposto e coordinato dalla professoressa  Oriana Impei, scultrice e Docente di scultura presso la stessa Accademia e vede il coinvolgimento, tra gli altri, di alcuni artisti locali, quali Fabiola Cenci ed Emanuele Marsigliotti.

I blocchi di travertino sono stati donati da una cava di Tivoli. L’Amministrazione comunale ha assicurato il trasporto, il villaggio aperto dove i giovani artisti hanno lavorato per giorni dando vita alle loro creazioni, garantito loro vitto e alloggio.

Nel Chiostro vigilerà il “Guardiano del Soratte”

A queste sculture si aggiunge quella di Emanuele Marsigliotti, pittore, artista naturalizzato santorestese. Si è cimentato per la prima volta, insieme agli studenti dell’Accademia. La sua bellissima opera, raffigurante “Il guardiano del Soratte”  è stata donata ai santorestesi  e collocata nel Chiostro dell’ex Monastero di S. Croce.

Dono, ospitalità, appartenenza alla comunità. Sono queste le parole che le modellate pietre di S.Oreste lasciano in giro per il borgo e oltre. Parole dal sapore antico che sanno di scambio alla pari, di baratto nel segno della bellezza. 

L’iniziativa dell’Amministrazione comunale  ha visto anche  la realizzazione di opere di street art su due cabine dell’Enel ad opera  degli allievi del Corso di Grafica d’Arte del professore Ferdinando Fedele. Mostre e spettacoli teatrali hanno fatto da corollario questa storia.

L’iniziativa sarebbe da copiare come “best practices”, perché indica nel collegamento con i giacimenti pubblici di sapere e cultura, come le università, le accademie, i musei ed i giovani la via maestra per ridare vita ai borghi antichi, alla loro storia, alla sua gente e fare diga contro il tracimare di abbandono e oblio.

 

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