La vaccinazione in farmacia vede la luce con l’accordo quadro firmato ieri tra Governo, Regioni, Federfarma e Assofarm.

Come funzionerà? Anzitutto, i farmacisti verranno formati specificamente, attraverso un corso obbligatorio dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il vaccino si somministrerà “seguendo percorsi in apposita area esterna, pertinenziale alla farmacia”, oppure, se compatibili con le misure di sicurezza, “anche in area interna, purché sia separata dagli spazi destinati all’accoglienza dell’utenza e allo svolgimento delle attività ordinarie”, un’area che deve essere sempre “opportunamente arieggiata”. È comunque possibile la somministrazione anche a farmacia chiusa.

Il vaccino si somministra solo dopo compilazione del consenso informato del paziente, e “in ogni farmacia con dipendenti è presente un addetto al primo soccorso opportunamente formato“.

Le dosi le distribuiranno le Asl alle singole farmacie, e il criterio delle inoculazioni non cambia: prenotazione ed esecuzione dei vaccini “verranno eseguite, da parte delle farmacie, secondo i programmi di individuazione della popolazione target previamente definiti dalle autorità sanitarie competenti e seguendo i correlati criteri di priorità”.

Esclusa la possibilità di vaccinazione in farmacia per “soggetti ad estrema vulnerabilità” o con precedenti di gravi reazioni allergiche o anafilattiche. Come detto, sono prescritte mascherine FFP2/KN95 e camice monouso per il farmacista.

Dopo il vaccino, il farmacista deve assicurare la permanenza e il monitoraggio del soggetto vaccinato per 15 minuti dopo l’inoculazione. Il paziente che si reca in farmacia non deve aver avuto negli ultimi 14 giorni contatti con malati Covid, e ovviamente non deve avere la febbre sopra 37,5.

Obbligatorie mascherina FFP2, igiene delle mani e controllo della temperatura. Alle farmacie viene riconosciuta una remunerazione di 6 euro per ogni singolo inoculo vaccinale.

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