In caso di guerra nucleare siamo sold out“. Al completo, insomma.

Con ironia, la pagina facebook del Bunker Soratte ci ricorda che il dedalo di gallerie scavato sotto la maestosa montagna non è a disposizione in caso di attacco nucleare. La precisazione, seppur mossa con simpatia, nasce dalla preoccupazione generata in molti italiani dal conflitto bellico tra Russia e Ucraina, a causa del quale lo spettro di un attacco nucleare nel cuore dell’Europa spaventa come mai prima d’ora

Lontano da ogni forma di allarmismo, è incontrovertibile il fatto che l’attuale situazione geopolitica susciti sentimenti nuovi, talvolta difficili da gestire con razionalità. Per questo motivo in molti si chiedono (e domandano esplicitamente) se in caso di attacco nucleare il Bunker Soratte potrebbe ospitare persone in cerca di rifugio. La risposta è negativa, ovviamente: il sito, attualmente allestito come museo, necessiterebbe di interventi strutturali importanti per almeno un milione di euro e i lavori per riadattarlo a rifugio antiatomico richiederebbero almeno un anno per essere eseguiti.

Accontentiamoci quindi di sapere che all’interno del bunker c’è un particolare orologio che “monitora” la situazione per noi: il Doomsday Clock, altrimenti noto come orologio dell’Apocalisse.

A cosa serve questo strumento? Il Doomsday Clock scandisce il tempo che ci separa dal “punto di non ritorno”, inteso come la fine del mondo.

Non è un conto alla rovescia, beninteso: è la rappresentazione metaforica del pericolo che ci circonda derivante dall’uso di armi atomiche. Nel quadrante di questo orologio la mezzanotte simboleggia la fine del mondo e la lancetta dei minuti indica quanto siamo lontani (o vicini) a questo evento.

L’orologio dell’apocalisse è stato inventato nel 1947 a Boston dai fondatori della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dopo i bombardamenti nucleari di Nagasaki e Hiroshima e ha lo scopo di tenere informati riguardo il pericolo derivante dall’utilizzo delle armi nucleari.

In origine, l’orologio aveva la lancetta posizionata a sette minuti dalla mezzanotte e, per la prima volta, questa fu spostata nel 1949 a seguito di un test nucleare effettuato dall’Unione Sovietica.

L’ anno in cui la percezione di sicurezza mondiale è stata più forte è stato il 1991 grazie ai trattati START tra Usa e Unione Sovietica, messi in atto per porre un freno agli arsenali di armi atomiche in loro possesso. In quell’occasione la lancetta dei minuti era lontana dalla mezzanotte, ben 17 minuti.

Ed oggi?

Oggi sono solo 100 i secondi che ci separano metaforicamente dal punto di non ritorno. Dal 2007 sono state introdotte nuove varibili da tenere in considerazione rispetto alla percezione di pericolo mondiale: cambiamenti climatici, inquinamento, armi biologiche. Questo ha comportato un condizionamento diverso nello spostamento delle lancette e dal 2020 la sensazione di pericolo si è fatta più insistente.

A gennaio 2022 il Bollettino degli Scienziati Atomici, che si riunisce annualmente, aveva confermato questa brevissima distanza dal punto zero e negli scorsi giorni ha sottolineato come lo scontro tra Russia e Ucraina non faccia altro che avvalorare la forte preoccupazione simboleggiata dalle lancette.

Nel Bunker Soratte l’orologio dell’apocalisse è fermo così, dunque, alle ore 23:58:20. 

Il suo quadrante è una metafora allarmante di quanto sia breve il passo verso il nulla definitivo. Solo 1 minuto e 40 secondi.

Per questo e per mille altri motivi vale la pena visitare il bunker nel cuore di Sant’Oreste: lasciamoci guidare dai suggestivi racconti che ci insegnano la nostra storia e, di riflesso, non possono che ammonirci sul nostro futuro.

Facciamolo però tenendo sempre a mente una cosa: prima dell’ora zero, c’è sempre una possibilità concreta di invertire la rotta.

 

 

 

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