Faleria calcio
La coreografia degli Ultras Faleria

Il messaggio mi arriva mentre sono tra le corsie di un supermercato, a fare la spesa. Il cellulare vibra, ma io sto scegliendo il bagnoschiuma migliore, con l’unico parametro possibile: “quello che costa meno”. Il cellulare vibra ma vibra anche qualcos’altro. Una piccola scossa interna, una goccia nel cuore. Un tremito nella Forza.

Prendo il cellulare dalla tasca, il nome sul display lascia poco scampo alle supposizioni, tiro giù la tendina per leggere l’anteprima del messaggio: “Si rifà la squadra, si rifà il Faleria“.

Lo sguardo rimane fisso tra il Felce Azzurra in offerta e il Vidal nell’ultimo scaffale, lo stesso che avrò scroccato non so quante volte a fine allenamento, sotto la doccia, negli spogliatoi gialloblu. “Si rifà il Faleria”. Ed è ritorno alle origini, strada per casa, album dei ricordi. Ti guardi intorno e forse non ci credi, pensi quanto siano cambiate le cose da quando il Faleria ha giocato la sua ultima partita. Era il 16 febbraio 2020, al Comunale il Civita vinceva per 2 a 0. In mezzo c’è stato di tutto: la crisi, i campionati sospesi, la notte degli striscioni, il “Giù le mani dal Faleria”, lo scioglimento. In mezzo ci sono state una pandemia e una guerra. Ci sono stati due anni, due anni senza il Faleria, con il cuore a porte chiuse e le corde vocali in esilio. Ci sono stati due anni in cui sei cresciuto, in cui intorno a te è cambiato tanto, quasi tutto e forse certe cose non dovrebbero più interessarti. Eppure si rifà il Faleria e te non puoi rimanere impassibile.

Fuori piove, anzi grandina, ma forse è apparso un raggio di luce. Torno a casa lasciando la spesa a metà, il carrello mezzo vuoto e il cuore mezzo pieno. Il tam tam telefonico inizia subito. “Ma è vero?”, “Hai saputo?”, “Torniamo?”. Giorni di fermento, di chiacchiericcio, di friccicore. Ma per crederci davvero bisogna vederlo, bisogna vederci. L’appuntamento allora non può che essere al campo, al Comunale. Decido di passare dal cancello laterale, per ritoccare il terreno, per accarezzare la gramigna che cresce a chiazze. Salgo le scalette che portano agli spogliatoi ed è subito flash back. Risento gli scarpini che picchiettano sul cemento, il freddo degli allenamenti d’inverno, la polvere secca del ritiro in estate. Sento il fiato rotto al terzo giro di gradoni, ma poteva essere tranquillamente anche il primo. Sento le urla da dentro lo spogliatoio dopo la vittoria, il silenzio dopo la sconfitta, le risate dopo ogni allenamento. Poi vado sugli spalti. Ci sono già tutti. La vecchia guardia degli ultrà, le nuove leve che sono diventate grandi. Sembra una scena di qualche film di fantascienza, dove gli eroi che credevi scomparsi ritornano magicamente in vita. Harry Potter che si rialza durante la battaglia di Hogwarts, Gandalf il bianco che torna a guidare la Compagnia dell’Anello. Ultrà e magia, calcio e fantasia.

Di nuovo tutti sulla gradinata, a parlare delle trasferte di ieri e di quelle di domani, a parlare di quel giorno contro Sacrofano, del derby con il Magliano, del giorno della vittoria. Mentre ascolto mi guardo intorno: siamo tutti cambiati, siamo tutti cresciuti. I ragazzini che ieri lanciavano i cori con la voce piccola adesso hanno cambiato tono, c’è chi ha preso casa da solo, chi ha cambiato lavoro, chi abita da un’altra parte. Siamo cambiati tutti, eppure siamo sempre gli stessi. Anche perché certe cose non possono cambiare. Certe fasi non si possono superare. Sono parte di te, sono le tue radici, sono le tue passioni. Sono un pezzetto, un pezzetto importante. Mentre penso e ricordo, qualcuno intanto è entrato nel magazzino, ha tirato fuori una bandiera, l’ha portata sugli spalti e ha preso a sventolarla. Il coro scatta in automatico: “E torneremo là / e festa si farà“. Torneremo sugli spalti, torneremo in campo. E allora viva il tifo, viva il calcio, viva il Faleria. Oltre ogni categoria.

 

 

Se questo vuole essere un articolo, deve almeno dare qualche notizia. Diamola, allora: dopo due anni, a Faleria si tornerà a giocare a calcio. La folle idea è del Presidente Marco Zechini, il direttore sportivo sarà lo storico capitano Saverio Febbraro, l’allenatore, invece, Gianluca De Santis, che con la maglia del Faleria ha vinto il campionato di Terza Categoria. La società si chiamerà “Faleria 1976“, come l’anno in cui per la prima volta la squadra gialloblu è stata iscritta a un campionato. Intanto fervono i preparativi per la prossima stagione. E noi non vediamo l’ora di raccontarla.

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