Alessandra Casale

Armocromia: alzi la mano chi non si è trovato a usare questo termine di recente. E allora perché non parlarne insieme ad un’ esperta? Noi abbiamo scelto di immergerci nel mondo a colori dell’armocromia grazie alla consulenza di Alessandra Casale, modella, conduttrice, attrice, style coach (oltre a essere una donna forte, ironica e simpaticissima).

Alessandra Casale ci spiega l’armocromia.

Alessandra Casale ci spiega qualcosa a proposito dell’armocromia. Alessandra ha fatto di una passione una vera e propria professione che richiede impegno e responsabilità. Una predisposizione al bello che le arriva fin da quando era piccola. Ho cominciato nella moda come modella, ci racconta lei stessa in questa interessante intervista, quando avevo 14 anni. Già da piccola ero molto attratta da quello che poteva rendere belle le persone che mi circondavano. Poi ho osservato sempre con attenzione e curiosità gli stilisti che lavoravano e creavano con i tessuti, le costumiste teatrali e i vari mondi professionali che erano dietro alla moda e ho capito che mi piaceva veramente molto che le donne in primis fossero valorizzate e felici.  Se ti vedi più bello sei più sicuro, hai gli occhi che brillano e gli altri lo notano. In ultimo, ma non certo per importanza, mi sono approcciata professionalmente all’armocromia, mi sono specializzata e la cosa sta funzionando davvero bene!

L’armocromia, ci svela Alessandra, in realtà nasce molto tempo fa. Pur non dovendo andare a cercare molto indietro nel tempo, è sufficiente soffermarsi agli anni ’50: le grandi dive noi ce le ricordiamo anche abbinate ai loro colori valorizzanti. Grace Kelly è nel nostro immaginario sicuramente perché era una dea ma anche perché hanno scelto per lei  i colori che la valorizzavano e l’hanno resa ancora più riconoscibile. Era, anzi è una “estate”. Potremmo citare anche un’altra icona come Audrey Hepburn che vestiva una palette inverno, per dirla in modo armocromatico.  Le costumiste all’epoca facevano questo meraviglioso miracolo con i colori. Nel momento in cui si è passati dal bianco e nero al colore c’è stata l’esigenza di identificare i personaggi, le dive, le persone, per quello che erano e valorizzarle al massimo. Forse è stato il primo passo dell’armocromia anche se ancora non era conosciuta come tecnica con questo termine. Nella nostra memoria sono impresse le immagini di queste donne carismatiche anche grazie al colore (pensa a Via col Vento e Vivien Leigh, al rosso, il verde, il nero che sosteneva benissimo, lei, una “inverno”, nelle pochissime occasioni in cui lo poteva mettere come identificativo di uno stato d’animo e all’effetto su di lei, sul suo viso, sul suo incarnato). Ecco, possiamo dire che loro, le grandi costumiste, sono state le prime armocromiste e adesso parlare di armocromia è importante perché viviamo un epoca in cui siamo sempre preoccupati di avere alimentatori a portata di mano per i nostri device quando, in realtà, abbiamo una fonte energetica super green a portata di mano! Possiamo utilizzare i colori e la luce che ci danno l’energia giusta. Banalmente anche quando ci approcciamo a una persona vestita in un certo modo, con colori vivaci, con colori donanti: noi stessi siamo più aperti e ben disposti. Quindi anche nel lavoro l’armocromia è importante. In un epoca in cui l’apparire è sicuramente fondamentale, anche se non bisogna rimanerne ingabbiati, abbiamo come alleata la nostra palette di colori che è la stessa da quando nasciamo.

Ci sono dei colori che ci piacciono più o meno però è  possibile che non siano quelli che probabilmente ci valorizzano, prosegue la nostra style coach, e conoscendo quelli giusti per noi possiamo anche giocarci  e metterli al nostro servizio. Noi professionisti offriamo solo degli strumenti con cui poi la persona declina la sua personalità, e li usa a suo piacimento e con divertimento.. È un modo per sentirsi più allegri, più sicuri. Molte donne vengono da me asserendo di vestire sempre di scuro e di nero: per comodità? Per timidezza? Per stile di vita? Come  fosse una confort zone? Io cerco di spiegare (e con questa affermazione mi ci farò una fantastica maglietta con la quale girerò per il mondo) che il nero è l’unico colore che non riflette la luce! Giuro, ne farò un manifesto. Tutti gli altri colori, anche il blu notte che ha lo stesso effetto del nero, riflette la luce e ci valorizza: il nero no. Con  piccoli accorgimenti  si comincia ad aprirci al colore e magari dopo una settimana, due settimane, le stesse persone ti fanno vedere che hanno comprato la maglia fucsia! È un cammino che ciascuno sedimenta piano piano. È  giusto e sano così.

Come si fa per imparare questa professione? Quello che noi studiamo e impariamo è una vera e propria tecnica. Nell’immaginario di qualcuno siamo ancora quelle che giocano con i colori carioca (ride). In verità è una professione molto tecnica e dai nostri strumenti  poi passano  anche empatia e ascolto perché “sentiamo e conosciamo” profondamente la persona che ci chiede la consulenza. È fondamentale, almeno per me. Ognuno è  diverso e ha bisogno di imput differenti.

Poi ci sono i drappi di tessuto colorato, che usiamo nel nostro lavoro, per il quale c’è uno studio che dura molto tempo e ci si perfeziona continuamente. Noi siamo un po’ le ambasciatrici del colore. Il lavoro lo fanno tutto loro, alla fine.

Io ad esempio ora ho un testimonial proprio dentro casa! Mio marito, Antonio Nasca, che per lavoro si rapporta a tanta gente, quando ci siamo conosciuti vestiva solamente di grigio, di nero, di marrone e di blu. Poi, regalandogli qualche indumento “in palette” lui stesso è cambiato e si è visto più bello, senza che io insistessi nel dirgli di cambiare e di osare con colori particolari.  Poi arrivano i complimenti, la risposta di chi ti incontra e quando comunichi con il tuo aspetto, comunichi anche con i tuoi colori. E con il cuore.

” La cosa bella nell’approccio a questa tecnica è che usando i colori ti accorgi che qualcosa alla portata di tutti anche senza dover indossare cose costose o firmate!” Alessandra Casale

Per i bambini, ci chiediamo, è un esercizio applicabile? La risposta di Alessandra è luminosa come tutti i suggerimenti offerti fin qui:” I bambini vivono di luce, di cose nuove, di colori e di immagini in modo spontaneo! Se li aiutiamo a vivere in modo giocoso la loro età  e ad essere anche colorati, li aiutiamo persino nel carattere, credo”. L’Armocromia è l’ armonia del colore e la cosa migliore che puoi fare per te stesso è trovare la tua armonia. L’occhio umano percepisce questo come idea del bello. Non devi essere perfetto ma, appunto, armonico.

Da dove iniziare per studiare questa professione? Dai corsi qualificati, delle accademie, da insegnanti certificati e, soprattutto, consiglio di non improvvisarsi nel rispetto del servizio che darai alle altre persone. È  importante e coinvolge la sfera personale, anche, le insicurezze, i desideri. Consiglio anche fare consulenze in presenza perché un professionista deve poter vedere come reagisce il sottotono  di pelle e anche o stesso cliente deve accorgersene in prima persona. È  sorprendente.  E poi è così bello incontrarsi, parlarsi, capirsi un po’ e poter fare domande.

Io penso, conclude Alessandra, che sia una professione molto bella perché passa per la luce! Non bisogna rimanere schiavi della propria immagine però, possiamo usare a nostro vantaggio quello che già abbiamo: i nostri colori! Senza modelli di riferimento omologanti per tutti! Dipingete le vostre giornate con un gioco di leggerezza nell’approccio all’armonia che abbiamo in natura. Coco Chanel dichiarava che il colore migliore di tutto il mondo non esiste ma è quello che sembra stare bene su di te! ( Detto da lei che vestiva quasi sempre di nero ma non lo diciamo a nessuno!!! SHHH)

Potete trovare Alessandra Casale sulle pagine social: La Casale oppure Alessandra Casale e al sito alessandracasale.it

 

 

 

 

 

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