Hanno distrutto la mano “rossa” delle donne che da novembre era installata nella piazzetta di S. Antonio a Capena. Ed è una fatto che da sconforto. Lo hanno fatto con violenza in due notti.

La prima l’hanno abbattuta, la seconda si sono divertiti a farla a pezzi. Un atto che vale come uno stupro.  L’opera, realizzata da Francesca Betti e Nina Kulmann, due artiste del paese, era lì per celebrare l’istituzione della giornata nazionale della donna da parte della Nazioni Unite.

Voleva ricordare  la mano di Minerva Mirabal una delle “Farfalle”, tre sorelle uccise da Trujillo, sanguinario dittatore caraibico una sera di novembre del 1960.  Torturate, strangolate e buttate in un burrone  al ritorno dal carcere dove si erano recate a trovare i mariti imprigionati. Era il 25 novembre 1960. La data diventò nel 1999 quella della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

La ferocia nel week end si è ripetuta nella piazzetta dei bellissimi tramonti,  ad opera, probabilmente, di  un gruppo di balordi senza anima né memoria.

 

Trujillo era appellato “il caprone”, a Capena hanno agito suoi simili. 

Il dittatore Trujillo nella Repubblica Domenicana era appellato “il caprone” , nel week end a Capena hanno agito suoi simili. La mano era installata su una piattaforma in cemento usata  per ospitare ogni anno il 17 gennaio “il ciocco”  accesso in occasione della Festa di S. Antonio.

C’è voluto tempo, volontà e  protervia  per compiere lo scempio. Le telecamere installate dall’Amministrazione dovrebbero aver ripreso ogni istante. Il sindaco Roberto Barbetti lo conferma: “Visioneremo con l’Ufficio Vigili le immagini delle telecamera, ed invitiamo chi possa aiutarci con eventuali testimonianze a scovare gli autori di questo gesto incivile, codardo ed ingiustificabile. Si tratta di un atto vandalico non casuale ma compiuto con lucidità e predeterminazione. Compiuto contro tutta la comunità ma soprattutto contro chi vuole costruire qualcosa di utile o di bello per il nostro paese” . 

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