Sono due i libri che hanno segnato la mia vita: il primo è Le città invisibili di Italo Calvino, ideato dall’autore interamente su base archivistica. È un’opera che ha fatto nascere in me l’amore per una scrittura mutevole. È un testo che si compone, scompone e ricompone di nuovo, in una narrazione che sembra quasi un esercizio di vita. Il secondo è Psicomagia di Jodorowski. Io credo molto nella necessità di conoscere il proprio passato per appianare i conflitti che ci investono nel quotidiano”

Non potrebbe essere altrimenti per Patrizio Gianferro, bibliotecario e archivista, che affronta le sfide lavorative con lo sguardo di un sognatore immerso tra cataloghi e libri.
Da pochi giorni ha preso servizio a Capena in via Matteotti n. 36, dove ancora per qualche tempo avrà sede la biblioteca comunale Mons. Francesco Mirra.
Proprio in questa struttura Gianferro si appresta a compiere un nuovo viaggio, dopo quello intrapreso nel suo paese di origine, Nazzano: lì ci sono voluti tre anni di impegno, per riportare alla luce lo straordinario archivio storico del paese e per dare visibilità a una parte degli oltre 70.000 libri accatastati in deposito. Un lavoro partito quasi da zero, ma che ora dà lustro al piccolo borgo che conta mille anime o poco più.

Oggi la sua professione lo porta a Capena dove, nel corso degli anni, i volontari e il comitato di gestione hanno curato la biblioteca comunale fino a renderla un piccolo gioiello dalle grandi potenzialità. “Qui ho trovato ordine, cura ed entusiasmo. Chi mi ha preceduto ha fatto un’eccezionale opera di selezione dei testi, tracciando il primo tratto di una strada da percorrere insieme per valorizzare tutto il lavoro già svolto”.

Luoghi di studio, di ricerca e di consultazione: così si pensa di solito alle biblioteche.

Nella concezione di Gianferro, però, devono offrire molto di più, soprattutto in provincia:Accoglienza, innanzitutto. Nell’epoca dell’informazione online, è necessario svincolarsi dalla consuetudine che vede nei libri l’unica ragion d’essere delle strutture bibliotecarie. Secondo il modello anglosassone, vorrei che queste fossero innanzitutto punti di ritrovo, di dialogo e di contaminazione culturale. I testi presenti in catalogo devono rispondere agli interessi e alle necessità degli utenti che, però, devono trovare anche una stimolante realtà da vivere nel quotidiano. Sarebbe miope pensare che i ragazzi più giovani vengano qui per studiare se, prima, non ci sforziamo di educarli al piacere della lettura”.

In quest’ottica sarà importante il trasferimento a breve presso i nuovi locali individuati al centro del paese.

Più spazio, più servizi, più opportunità per tutti.

All’interno di un P.U.I. (Piano urbano integrato) il comune di Capena ha ottenuto un finanziamento P.N.R.R. di circa 400.000 euro, grazie al quale il borgo si doterà di una nuova struttura accessibile ai disabili e dotata di linea internet.
Gianferro sottolinea l’importanza di questo passaggio, indispensabile per l’accreditamento in Regione Lazio, per catalogare i testi online sull’Opac nazionale e per poter accedere finalmente ai finanziamenti necessari per far crescere questa realtà. “I fondi per la cultura sono sempre più esigui. Si fatica a capire che la valorizzazione della storia è necessaria per creare un senso di comunità all’interno dei borghi. A Nazzano, cosi come vorrei fare anche a Capena, abbiamo lavorato molto in tal senso, cercando di ricostruire ciò che eravamo anche attraverso le immagini”.

Libri, dunque ma anche foto.

Che siano fruibili in analogico o in digitale poco cambia, è il contenuto quello che importa, sostiene Gianferro.
Questa storia rimanda al passato: proprio presso i locali che a breve saranno ristrutturati, fu inaugurata la biblioteca e pinacoteca comunale di Capena, era il 1968. Presto si tornerà lì, dove tutto ha avuto inizio.

Frammenti di storie, fotografie, racconti.
Dialogo, accoglienza e calore. Il percorso di Patrizio Gianferro a Capena è appena iniziato, sulla scia della significativa esperienza di Nazzano.
Il nuovo bibliotecario prende la storia per mano e la accompagna fino al giorno d’oggi, guardando al futuro con tempra moderna in un pregiato sogno costellato di libri.

Ph. Mario Armellini 

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