Nei giorni scorsi lungo la via provinciale che dalla Tiberina porta a Capena gli osservatori più attenti avranno senz’altro notato un edificio imponente che da anni era impossibile scorgere, celato com’era dalla fitta e incolta vegetazione cresciuta tra gli alberi della tenuta. Grazie alle ruspe e al lavoro sapiente di molti operai sono spariti i rovi ed è tornato a mostrarsi, nella sua decadente bellezza, l’ex Hotel Feronia.

La struttura, finita all’asta dopo le ultime infelici gestioni, sta tornando a respirare sotto la luce del sole dopo anni di abbandono, grazie ad una società acquirente che ha deciso di donarle nuova vita. L’ennesima, potremmo dire, considerato che per un breve periodo era stato stato trasformato addirittura in una residenza per anziani.

Per qualche anno l’intera tenuta è rimasta chiusa e anche i più nostalgici avevano smesso di parlarne.

Il suo magnetismo però non è mai scemato, complici le fronde degli alberi smosse dal vento che sembrano voler sussurrare le storie dei fasti passati: matrimoni, cerimonie, centri estivi e piscine brulicanti di bimbi che vivevano le loro estati a due passi da casa.

Erano gli anni 80, quelli in cui la S.S. Lazio veniva in ritiro nelle camere dell’hotel con il presidente Chinaglia, gli anni in cui i matrimoni ospitavano oltre 100 invitati e l’hotel Feronia era la scelta più elegante e suggestiva di tutto il territorio circostante.

Questa struttura, però, era molto di più: offriva ai ragazzi un punto di ritrovo estivo laddove la monotonia rischiava di vincere facile. Gli adolescenti di tutti i paesi confinanti scorrazzavano con i motorini lungo la via provinciale per ritrovarsi in piscina e passare così le giornate più calde; i più audaci arrivavano addirittura a piedi, cercando poi un passaggio tra la siepe di recinzione per conquistare le agognate piscine. Perché, è bene ricordarlo, l’hotel Feronia non era solo una struttura ricettiva cara ai capenati: rivestiva un valore simbolico trasversale in tutta l’area Tiberina, dove all’epoca c’era poco e niente del genere; era lo status symbol di un’economia che funzionava e, sebbene a fasi alterne dettate da varie gestioni, ha rappresentato un’attrattiva importante per molti anni.

 

Per questo motivo vederlo risorgere dall’incuria e dall’abbandono non può che essere una buona notizia per tutto il territorio, della valle tiberina e non solo. C’è chi dice che rimarrà un hotel, sicuramente al passo con i tempi; altri sussurrano speranzosi che ospiterà un centro benessere. Per ora nulla è certo, non c’è ufficialità su cosa diventerà l’ex hotel Feronia, ma se la destinazione d’uso non è cambiata il destino sembrerebbe tracciato. Per una volta vogliamo accontentarci di prestare orecchio alle voci di paese che circondano i lavori in corso e rimanere in quell’incertezza che, presa in piccole dosi, ci concede il lusso di essere un po’ sognatori.

E chissà, magari fra qualche anno le fronde degli alberi smosse dal vento torneranno a sussurrare, raccontando la storia di un hotel che è saputo rinascere da ogni sconfitta, diventando ancora una volta una bella realtà di cui essere fieri.

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