Eccezionale la scoperta fatta in questi giorni tra gli abissi della meravigliosa isola di Capri: sono stati portati alla luce dei reperti preistorici nei fondali della suggestiva isola, probabilmente facevano parte del carico di una nave di epoca neolitica che trasportava manufatti in ossidiana.

Una delle pietre in ossidiana che sono state portate alla luce
Cosa è stato portato alla luce

I blocchi sono a una profondità compresa tra i 30 e i 40 metri, per questo motivo sono dovuti intervenire i reparti speciali della Polizia e dei Carabinieri rendendo possibile il recupero. Il nucleo recuperato, che reca ben evidenti sulla superficie tracce di scalpellature e lavorazione, misura circa 28 x 20 cm per un’altezza di 15 cm ed un peso di quasi 8 kg.

I reperti erano stati già individuati a ottobre nei pressi della Grotta Bianca di Capri dal nucleo subacqueo della questura di Napoli. Nella giornata di lunedì 20 novembre la Soprintendenza per l’Area Metropolitana di Napoli ha provveduto al recupero.

Capri

Prospettive di ricerca

Il Soprintendente Mariano Nuzzo ha proposto ulteriori studi e la realizzazione di un rilievo in estensivo del fondale per cercare di individuare lo scafo o altro materiale di carico. Queste nuove indagini permetteranno di comprendere meglio la frequentazione in epoca preistorica dei Mediterraneo e in particolar modo la rete commerciale che probabilmente passava dall’isola di Capri.

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