Il mal di testa cronico diventa malattia sociale invalidante. Questo significa che per gli oltre 7 milioni gli italiani che soffrono di cefalea primaria cronica potrebbe maturare il diritto ad un assegno di invalidità.

Ieri, giovedì 18 aprile, l’Aula della Camera ha dato parere pressoché unanime al riconoscimento della malattia come patologia sociale. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 451 voti a favore ed un solo astenuto, ed ora passa al Senato.

Il provvedimento

Il provvedimento dispone l’accertamento della malattia, da almeno un anno, che ne attesti l’effetto invalidante tale da limitare, o compromettere gravemente, la capacità di far fronte agli impegni di famiglia e di lavoro. Le forme di cefalee riconosciute come malattia sociale sono l’emicrania cronica e ad alta frequenza; la cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici; la cefalea a grappolo cronica; l’emicrania parossistica cronica; la cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione; l’emicrania continua. Il ministro della Salute dovrà emanare un decreto con i progetti per sperimentare modelli innovativi di presa in carico delle persone affette da queste forme di cefalea.

La prima firmataria del testo

Oggi è una giornata importante. L’approvazione alla Camera all’unanimità della legge che riconosce la cefalea come malattia sociale è il compimento di un lavoro durato anni. Questo è il primo passo, l’affermazione di un principio fondamentale“. Ha dichiarato Giuditta Pini, come riporta l’Ansa, deputata del Pd e prima cofirmataria della legge, che è intervenuta in Aula alla Camera per la dichiarazione di voto. “Non parliamo di un semplice mal di testa, ma di una malattia invalidante – all’ottavo posto nel mondo secondo l’OMS – che colpisce soprattutto le donne e che, in Italia, non aveva nessuna normativa di riferimento. Nel nostro Paese la cefalea primaria cronica non è ancora nell’elenco nosologico delle malattie“, aggiunge. “Vorrei ringraziare i colleghi parlamentari che hanno lavorato con me alla proposta, la Società italiana studi cefalee, e soprattutto grazie alle associazioni dei pazienti. E grazie anche ai centri di cura cefalee in Italia: hanno competenze specifiche fondamentali ed è stato importante nominarli nella legge. Ora mi auguro che il Senato approvi in tempi rapidi il provvedimento“, conclude Pini.

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