È sempre difficile parlare di una persona che ci ha lasciato senza farsi vincere dall’emozione.

Particolarmente difficile, quando il motivo del distacco è una malattia, il COVID, che da quasi un anno scandisce le nostre vite ed espone la nostra vulnerabilità in modi che non immaginavamo  possibili.

Ancora più difficile quando a lasciarci è un uomo che, pur non essendo più giovanissimo, aveva ancora tanta passione, curiosità e interessi da condividere e donare alla sua famiglia e alla nostra comunità.

Angelo De Meo era, passatemi il bisticcio, un “tipo di rignanese tipico”, una persona cioè che come molti altri abitanti di Rignano era approdato qui dopo una vita ricca di successi professionali e personali, segnata da viaggi, incontri e scambi culturali, e si era innamorato di questo posto e di questa comunità.

Dico innamorato perché Angelo amava Rignano, la Chiesa ai vicoli dei SS. Vincenzo e Anastasio in cui si terrà il suo funerale, la natura e il passato di questi luoghi, la memoria dei suoi abitanti.

Tanti sono stati i suoi contributi d’amore alla nostra comunità, ma io desidero ricordarne due.

Il primo riguarda la sua partecipazione entusiasta alla vita del MAVNA, il Museo archeologico virtuale di Narce che, a Mazzano Romano, documenta il nostro passato etrusco-falisco. Anni fa mi aveva invitato a una delle tante conferenze organizzate su questo tema e io ci avevo scritto un articolo, colpita dalla passione con cui lui e gli altri partecipanti parlavano di eventi e realtà così remote nel tempo e misconosciute ai più.

Mi aveva anche – lo confesso — bonariamente ripreso per alcune semplificazioni contenute nell’articolo, a riprova che la sua conoscenza del tema era tutto meno che superficiale, e il suo commento, sincero e diretto come sempre, mi era rimasto nel cuore.

Il secondo è un dono alla memoria della nostra comunità, realizzato insieme all’Amministrazione comunale . Angelo aveva condotto delle ricerche storiche risalendo all’identità dei caduti rignanesi della grande guerra. I nomi di questi soldati sono ora ricordati con delle targhe sugli alberi che circondano il Monumento ai caduti nei giardini pubblici di Rignano.

Parlandomi di questo progetto, me lo descriveva in modo semplice e privo di retorica, come un tributo necessario a “quei poveri ragazzi, andati a morire forse senza neanche sapere bene perché” e che grazie a lui sono ora recuperati alla memoria dei cittadini, delle loro famiglie e dei nostri giovani studenti.

Ciao Angelo, grazie del tuo tempo e del tuo insegnamento. Resti nel mio e nei nostri cuori.

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