Dal Pnrr un milione di euro per recuperare, restaurare, rendere fruibile il Castellaccio e l’area di Civitucola, il sito dell’antica Capena. Centro di riferimento dell’enclave capenate che, fino alla conquista romana e la sconfitta di Veio, controllava la riva destra del Tevere da Riano a Ponzano Romano. E’ il primo intervento di questo genere e di queste dimensioni che interessa la zona. Il progetto Caput Mundi, Missione 1 Componente C3Next generation EU è della Soprintendenza belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale. Il cantiere inizierà i lavori il 12 marzo 2025

Restauro del Castellaccio

La notizia è stata dall’Università agraria di Capena proprietaria dei terreni di uso civico in località “ Le Macchie”. Nella sua nota, postata su fb, l’Ente spiega che l’intervento realizzato con i fondi del PNRR “prevede restauro conservativo,  scavi archeologici e la creazione di un percorso di visita con nuovi pannelli illustrativi, panche e una nuova recinzione.  Durante l’esecuzione dei lavori l’area non sarà accessibile a quanti sono soliti frequentare i luoghi dell’antica città di Capena. Secondo il cronoprogramma il progetto dovrebbe concludersi a dicembre 2025, quando il Castellaccio sarà restituito alla popolazione in tutta la sua importanza e ritrovata bellezza”.

 

Il rudere domina l’antico lago

Il rudere domina il pianoro che doveva ospitare l’area pubblica dell’abitato della città di  Capena costituita da diversi villaggi affacciati sulla piana del lago, oggi prosciugato. Alla base della collina scorrono il “Fosso dell’Olio”, che ha origine dal Monte Soratte, e il Gramiccia, l’antico Capenas, un tempo navigabile e che collegava il sito al Tevere.  

L’area fu individuata, alla fine del ‘700, come sede della Capena italica. I primi scavi archeologici approfonditi e con metodi scientifici furono condotti dalla British School of Roma alla fine degli anni ‘50. Riportarono alla luce tratti delle mura cittadine, resti di edifici, un tratto della via Capenate, basi di statue onorarie romane. 

Un tempio edificato tra il I e II secolo

Il Castellaccio, che viene sottoposto con i fondi del PNRR a restauro conservativo per la prima volta, è probabilmente stato edificato tra il II e I secolo a.C. dopo la conquista da parte dei Romani. E’ costituito dai resti di un edificio massiccio in opera cementizia che svetta solitario e in genere assediato da piante infestanti sulla collina che domina l’area del lago che non c’è più. L’Università agraria in questi anni ha curato tutta l’area in collaborazione con i volontari del Gar di Capena. La costruzione, articolata in due ambienti e ampiamente rimaneggiata in età post antica, è stata variamente interpretata come sepolcro, basilica, cisterna, edificio medievale, villa. Secondo i più recenti studi invece doveva essere un edificio pubblico, forse un tempio: nel Medioevo, infatti, fu adibito a Monastero dei Benedettini con annessa una chiesa dedicata al culto di S. Giovanni Apostolo e Evangelista.

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