“Tutte le disposizioni che seguono, al pari di ogni altra disciplinante localizzazione e gestione impianti, contenuta nel piano, si applicano soltanto agli impianti oggetto di progettazione e realizzazione ex novo e non invece agli impianti, legittimamente esistenti alla data di approvazione del piano, sia in occasione di rinnovo delle relative autorizzazioni che di varianti sostanziali e non  sostanziali”

Queste poche righe, contenute nel capitolo localizzazioni del Piano Rifiuti Regionale, rischiano di rappresentare il passepartout per trasformare la discarica di inerti di Magliano in impianto per rifiuti cosiddetti non pericolosi. Sembra scritto apposta per bypassare, con facilità, il divieto di realizzare la discarica per Roma fuori dai suoi confini. 

Il grimaldello bipartisan

È un emendamento a firma dei consiglieri regionali Fratelli d’italia, Massimiliano Maselli, Sergio Pirozzi, Fabrizio Ghera, Antonio Aurigemma e Giancarlo Righini. Un emendamento fotocopia è stato firmato dai consiglieri della Lega Orlando Tripodi, Pasquale Ciacciarelli, Laura Cartaginese, Daniele Giannini, Laura Corrotti.

Entrambi, presentati nel 2019, sono stati accolti e approvati con i voti favorevoli anche del centrosinistra.

Da segnalare che analogo emendamento era stato presentato dal Partito Democratico, con primo firmatario Eugenio Patanè. 

Come abbiamo infatti scritto nei giorni scorsi, si tratta di un “grimaldello bipartisan”. Il passaggio che permetterebbe il cambio di destinazione d’uso dell’impianto di proprietà di Idea 4 attivo a Magliano Romano è nelle due parole finali che prevedono la possibilità di “varianti sostanziali e non sostanziali”. La fattispecie, secondo le interpretazioni letterali della norma, calza in modo puntuale all’ipotesi di cambiamento  funzionale del sito a ridosso del Parco di Veio. Da qui nasce il primo parere favorevole espresso nei giorni scorsi dagli Uffici regionali alla Valutazione di impatto ambientale (Via). 

Magliano non è trasformazione, ma nuova discarica

Il fronte del No contesta alla radice questa interpretazione. Realizzare lì una discarica per tal quale non è una trasformazione o riclassificazione ma un nuovo impianto che in quanto tale non ha i requisiti richiesti dal piano (distanza dal centro abitato, in primis), per essere autorizzato e in ogni caso ogni decisione deve procedere secondo un iter ben articolato e non ancora concluso nel quale hanno voce in capitolo tutti gli enti che hanno già espresso parere contrario: oltre i Comuni, la Asl 4, il Parco di Veio. Si annuncia battaglia nei tribunali per definire l’autentica interpretazione della norma in particolare delle parole finali “sostanziali e non sostanziali”.

Anche perché la relazione di accompagnamento dell’emendamento ha passaggi che, secondo alcuni legali, permettono di contestare nelle aule di giustizia l’interpretazione letterale, recitando testualmente che la deroga possa operate solo nel caso di varianti “che non mutino l’essenza dell’attività gestionale in essere“.

Oggi, nel primo pomeriggio, l’assessore Valeriani incontrerà i sindaci dell’area a cui aveva chiesto 10 giorni di tempo per studiare a fondo le carte e per chiarire il percorso che intende seguire. Ed il nodo è politico: contro la discarica di Magliano ci hanno messo la faccia, senza tentennamenti, migliaia di semplici cittadini ma anche consiglieri regionali e sindaci di tutti i partiti. Ora, cosa faranno? 

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