Le sigarette elettroniche (e-cig) sono dispositivi che, attraverso una resistenza elettrica, vaporizzano una miscela di glicerina e glicole propilenico, addizionata di nicotina in varie concentrazioni. Il risultato è un fumo denso e profumato che mima quello di sigaretta sia per quanto riguarda la percezione olfattiva, sia per quella del tiro. I liquidi presenti in commercio hanno diversi contenuti di nicotina, così da adattarsi alle esigenze di chi vuole gradualmente uscire dalla dipendenza o di chi, più semplicemente, cerca un sostituto alle tradizionali sigarette. Da quando questo prodotto è entrato in commercio si è diffuso molto, specialmente tra i più giovani, forte della sua presunta mancanza di effetti negativi sui tessuti delle vie aeree. Ciò però non è del tutto vero. Diversi studi hanno segnalato nel vapore prodotto da questi dispositivi la presenza di sostanze potenzialmente dannose. Il glicole propilenico è usato da tempo nei fumogeni per il mondo dello spettacolo, ed è considerato generalmente sicuro, anche se alcuni studi indicano che l’inalazione prolungata può dare origine a irritazione delle vie aeree, tosse e in casi molto rari asma e riniti. Fra l’altro il riscaldamento del glicole propilenico e della glicerina può produrre formaldeide e acetaldeide, entrambi potenziali cancerogeni, anche se le quantità associate al consumo di queste sigarette appaiono modeste. Di recente sono iniziati a comparire i primi casi di malattie polmonari associate all’uso di questi dispositivi, che negli USA hanno fatto registrare 39 morti in un lasso di tempo piuttosto breve. Da questo primo campanello d’allarme si è passati velocemente ad un allarmismo isterico che ha diffuso l’idea che la sigaretta elettronica sia più dannosa di quella tradizionale.

Analisi successive dei tessuti polmonari colpiti da queste malattie hanno puntato i riflettori sul presunto colpevole: l’acetato di vitamina D, additivo usato come addensante in alcuni liquidi reperibili in commercio. Ciò pone l’attenzione sulla difficoltà nello stabilire la reale pericolosità di questi dispositivi, che più che nel risiedere nei composti base, potrebbe venire da additivi, aromatizzanti o da eventuali sottoprodotti della vaporizzazione stessa.

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