Perché non hai risposto subito al telefono?

Se mi lasci, mi uccido.

Nessuno ti crederà.

Ovvio, eri ubriaca.

Queste sono alcune frasi che si sentono dire le vittime di violenze.

Nel mondo, la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3.

In un rapporto d’amore in cui la violenza è all’ordine del giorno, un minimo gesto o parola scaturisce in un’aggressione. L’aggressione che sia fisica o verbale non cambia, l’impatto sulla vittima ha lo stesso grado di intensità. L’amore, spesso, acceca così tanto da sminuire i gesti violenti fino a credere che quella quotidianità è normalità.

Ma questi atteggiamenti rappresentano veramente l’amore? Ovviamente no!

 

Dati

In Italia i dati Istat mostrano che rispetto al primo trimestre 2021, il primo trimestre 2022 registra un lieve calo delle chiamate valide (da 7.974 si passa a 7.814; -2%); calo che si registra della stessa intensità sia per i contatti via telefonica sia via chat che passano rispettivamente da 6.673 a 6.534 e da 1.301 a 1.280. Tra i motivi delle chiamate si registra un incremento sia nelle richieste di informazioni sul 1522, che passano da 1.401 a 2.384 (+70%), sia nelle richieste di aiuto non strettamente legate alla violenza (richieste fuori target) da 660 a 1.159 (+70%), mentre risultano in diminuzione tutte le chiamate per altre tipologie di motivi.

In diminuzione anche le chiamate da parte delle vittime (da 4.310 a 2.966; -30%). La diminuzione delle chiamate da parte delle vittime può essere in parte legata al periodo contingente in analisi: il primo trimestre 2021 risentiva fortemente delle caratteristiche della prima fase della pandemia, caratterizzata da lockdown generali e locali. La diminuzione sensibile delle chiamate da parte delle vittime è iniziata in modo consistente già nei trimestri precedenti del 2021. 

I dati relativi al primo trimestre 2022 confermano che quanto analizzato nei precedenti trimestri, ovvero che quando le vittime contattano il 1522, più di frequente segnalano la violenza fisica come la violenza principale che subiscono, ma considerando tutte le forme di violenza subite, quella psicologica è la più frequente.

I dati del Report del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale aggiornato al 22 novembre 2022 evidenzia che:

Un’analisi mirata è stata dedicata ai cosiddetti reati spia della violenza di genere, che sono quei delitti che rappresentano degli indicatori del fenomeno, come espressioni di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica contro una donna in quanto tale.

Reati Spia – Report del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale

Nei primi nove mesi del 2022 diminuiscono del 17% gli atti persecutori, cosiddetto stalking, reato che colpisce le donne nel 75% dei casi; diminuiscono dell’8% i maltrattamenti contro familiari e conviventi, che interessano le donne nell’81% dei casi.

Aumentano del 9% le violenze sessuali, che nel 92% dei casi hanno come vittime delle donne (di cui il 27% minorenni).

Violenze sessuali e vittime donne – Report del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale

Attraverso questa nuova fattispecie criminosa, annoverata nel contesto delle lesioni gravi e gravissime, per questa tipologia di reato, nei primi nove mesi del 2022, si registra un incremento pari al 17% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Deformazione dell’aspetto mediante lesioni permanenti al viso – Report del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale

Un nuovo approfondimento introdotto da questa edizione del report è quello relativo alle discriminazioni contro le donne disabili che possono diventare il bersaglio di violenze, spesso, da parte di chi se ne dovrebbe prendere cura.

 

Sportello antiviolenza ASL Roma 4

Lo sportello antiviolenza garantisce alla donna l’inserimento in un progetto personalizzato di ascolto e di sostegno, ma anche di approfondimento per l’elaborazione di una strategia di intervento, in collaborazione, se richiesto, con il servizio sociale ospedaliero e i servizi territoriali.

Tutte le operatrici e consulenti di accoglienza, volontarie e non, devono avere una formazione adeguata. L’accoglienza viene effettuata nel rispetto delle differenze culturali e individuali, nella garanzia dell’anonimato e segretezza della donna che vi si rivolge, tanto che ogni azione che si vuole intraprendere viene effettuata solo dopo aver ricevuto il consenso della donna.

Sul territorio, la ASL Roma 4 si avvale della collaborazione dell’associazione Differenza Donna. 

Noi de Il Nuovo abbiamo intervistato Cristina Germani, responsabile del Centro Antiviolenza Galassia (Formello), per approfondire il funzionamento del centro antiviolenza e delle case rifugio. Il centro antiviolenza Galassia di Formello è un centro gestito dall’Associazione Differenza Donna, nel territorio di Roma sono presenti varie case rifugio dell’associazione.

Quando ha aperto il centro Galassia? Quante richieste avete avuto fino ad oggi?

Il centro Galassia ha aperto a novembre 2019, da allora ci sono state 355 richieste di aiuto.

Come funziona la procedura per entrare nelle case rifugio? Appena si arriva al centro, si va al rifugio? Quali sono i passaggi?

Ci sono degli step da fare prima di arrivare alla casa rifugio. Prima di tutto si fissa un colloquio con un’operatrice per capire il grado di rischio della violenza e se la vittima ha intenzione di andare in una casa rifugio. È importante che all’interno del centro si costruisca un percorso, tra la vittima e le operatrici. Infatti il fulcro centrale di Galassia è l’operatrice, una figura altamente specializzata, con competenze in grado di poter comprendere le necessità della donna vittima di violenza. Ovviamente oltre alle operatrici ci sono altre figure fondamentali come le assistenti sociali e le psicologhe, c’è da chiarire che il team del centro Galassia è completamente al femminile.

Arrivata al rifugio, come funziona la comunicazione se si ha un figlio?

Nei casi di donne con figli che a loro volta subiscono maltrattamenti e abusi, le operatrici del Centro si focalizzano sull’individuazione del problema e sullo sviluppo di interventi di protezione anche per il figlio. I Centri antiviolenza si occupano di violenza intra ed extra familiare alle donne (fisica, psicologica, sessuale, economica, stalking, trafficking), e di violenza assistita (bambine/i che assistono a queste forma di violenza), in qualsiasi forma essa si esprima. Comunque, verranno avviati percorsi legali appena arrivate alla casa rifugio oppure direttamente appena arrivate al centro antiviolenza.

Una volta arrivata al centro cosa verrà fornito (es. vestiti, giochi per bimbi, libri ecc)?

Sì, viene fornito tutto ciò di cui la donna ha bisogno. È normale che nel momento in cui si decide di scappare, non sempre si porta con sé tutto l’occorrente.

Vengono svolte delle attività per le vittime nelle case rifugio?

L’obiettivo principale del centro è quello di far ritrovare quell’indipendenza e autonomia che si è persa. Proprio per questo motivo, il centro Galassia offre dei servizi di orientamento come ad esempio aiuto nella ricerca del lavoro.

Il percorso psicologico è obbligatorio?

All’interno del centro nulla è obbligatorio, la scelta della donna è libera. Le operatrici valutano i rischi per capire quale percorso far intraprendere alla vittima. È importante capire che ognuno ha il proprio tempo. Il centro è uno spazio sicuro per la donna.

Si possono portare degli ospiti (parenti, amici)?

La casa è uno spazio comune e per questo motivo ci sono delle regole che si basano sulla buona convivenza. Sarebbe consigliato non portare ospiti in casa per tutelare le altre donne che si trovano nel rifugio. Le donne che si trovano all’interno della casa possono uscire, non sono obbligate a restare nel rifugio, quindi, al di fuori possono incontrarsi con qualsiasi persona.

 

Proposte da parte dei Comuni

Comune di Morlupo
Comune di Riano
Iniziativa dei Comuni “Un Filo Rosso per non rimanere sole”
Comune di Rignano Flaminio
Comune di Formello
Comune di Capena
Sponsor