emergenza gioco d'azzardo

Un adulto su tre ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno. Sono invece un milione e mezzo i giocatori problematici. Ecco alcuni dei dati emersi dalla prima indagine epidemiologica sul gioco d’azzardo realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

“L’attenzione al profilo problematico del giocatore – ha dichiarato per l’occasione Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss – deve esserci sia nel caso della popolazione adulta, ma in misura persino maggiore nel minorenne, al quale ricordo è proibito di giocare ma che gioca in realtà più dell’adulto. Sono infatti 700mila i minorenni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nella nell’ultimo anno e bisogna pertanto tenere alta l’attenzione in questo ambito.

“Dall’indagine – dichiara ancora Pacifici – è emerso che 18 milioni di italiani adulti hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno, di questi più di13 milioni giocano in modo ‘sociale’, due milioni presentano un profilo a basso rischio e un milione e 400 mila persone presentano un rischio moderato. Quasi due milioni sono invece giocatori problematici, sono cioè coloro che faticano a gestire il tempo da dedicare al gioco, a controllare la spesa, alterando inoltre i comportamenti sociali e familiari”.

Il giocatore problematico

Rispetto ai giocatori “sociali”, i giocatori problematici praticano di più le Slot e le video lotterie e presentano stili di vita meno salutari: fumo, abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. La correlazione tra dipendenze di questo genere e il gioco d’azzardo viene più volte sottolineata nello studio. Il rapporto dell’Iss ha indagato anche l’aspetto economico del gioco problematico. Il 5,8% dei giocatori problematici, infatti, ha ottenuto la cessione del quinto sullo stipendio rispetto allo 0,7 dei non giocatori; il 27,7%, soprattutto, ha ottenuto prestiti da società finanziarie rispetto al 4% del non giocatore e il 14,2 ha chiesto prestiti a privati rispetto allo 0,9% dei non giocatori.

Anche il luogo del gioco caratterizza il giocatore problematico rispetto al giocatore sociale: i dati dell’indagine mostrano che, rispetto al giocatore sociale, il problematico predilige i luoghi lontani da casa (11,3% rispetto al 2,5%) e dal lavoro (2,3% rispetto allo 0,8%), quelli che garantiscono la maggiore privacy (10,7% contro l’1,5%). I giocatori sociali, invece, scelgono più spesso i luoghi vicino casa (49,2% rispetto al 37,5%) o vicino al posto di lavoro (14,9% contro 9,6%), con disponibilità di altri servizi (10,5% rispetto al 6,6%).

Con il sostegno della Rai, del Vicariato romano e dei treni Italo, l’Istituto Superiore di Sanità ha attivato un Numero Verde dedicato (800-558822), il fine è quello di aiutare e orientare le persone con problemi legati al gioco d’azzardo, ma anche i loro familiari.

Il 21 ottobre scorso, infine, è partita la diffusione dello Spot Iss sui mezzi televisivi, radiofonici, sui periodici, via social e via web, per dare la massima diffusione al Numero Verde realizzato con il contributo della Rai (Responsabilità Sociale Rai) e del sostegno della Diocesi di Roma, che promuoverà il Numero Verde nelle 336 parrocchie romane; il Numero Verde sarà anche promosso in tutte le sale d’attesa di Italo Treno.

I giovani (14-17 anni) e il gioco d’azzardo

Il 70,8% ha dichiarato di non aver mai giocato, mentre il 29,2% (si stimano 670.144 soggetti) dichiara di aver praticato gioco d’azzardo almeno una volta nei 12 mesi antecedenti l’intervista. Giocano prevalentemente i 17enni (35%), a seguire i 16enni (30,5%), i 15enni (27,6%) e i 14enni (24,4%).

I giocatori sono più maschi (41,1%; per una stima di circa 486.200 ragazzi) che femmine (16,8% per una stima di circa 186.800 ragazze). Rispetto all’area geografica, giocano prevalentemente gli studenti del Sud del paese (36,3%; per una stima di 215.356 studenti) e a seguire delle Isole (29,9%; per una stima di 79.722) del Centro (27,3%; per una stima di 116.384 studenti), del Nord Ovest (25,8%; per una stima di 149.919 studenti) e del Nord Est (20,2%; per una stima di 86.400 studenti). Ci sono più giocatori negli istituti tecnici (37,5%) e negli istituti professionali (28,2%).

Gli studenti italiani giocano prevalentemente alle lotterie istantanee (Gratta e Vinci) o in tempo reale (21,1%), praticano scommesse sportive (17,1%), scommesse virtuali (8,1%) e giocano alle slot-machine (6,8%). Giocano soprattutto dai tabaccai (46,7%) e nelle sale scommesse (41,1%); a seguire i bar (28,8%). Gli studenti scelgono il luogo dove giocare preferibilmente perché vicino casa (49,9%), non viene richiesto il documento di identità (20,9%), o per il pay out più elevato (11,1%).

I giocatori over 65, sempre più numerosi

L’indagine mette in luce che le persone con oltre 65 anni sono praticamente alla pari tra uomini e donne, per la maggior parte sono coniugati o conviventi (73%), di nazionalità italiana (97%) e pensionati (83%).

Per quanto riguarda i fattori di rischio, coloro che vivono nell’area meridionale-insulare e centrale della nostra nazione, che hanno un titolo di studio medio basso e non hanno un’occupazione hanno un rischio doppio di sviluppare un comportamento problematico di gioco.

Chi ha persone vicine che hanno o hanno avuto problemi con il gioco rischia di sviluppare comportamenti problematici 5 volte di più rispetto a chi non ha persone vicine con tali problematiche. Considerando gli aspetti economico-finanziari, avere un reddito inferiore ai 15.000€ espone circa il doppio al rischio di sviluppare un comportamento di gioco problematico rispetto alle altre fasce di reddito, così come non riuscire a risparmiare nulla espone circa 5 volte di più al rischio di sviluppare un comportamento di gioco problematico rispetto a chi risparmia comunque qualcosa, mentre destinare una piccola quota del budget mensile al gioco sembra essere un fattore di protezione molto forte rispetto a chi non definisce un budget da dedicare al gioco d’azzardo.

La situazione nella nostra Regione

La Regione Lazio è scesa in campo nel 2016 contro il gioco d’azzardo patologico, lanciando la campagna di comunicazione sociale “Non lasciarlo perdere”, finanziando con 1 milione di euro la nascita di una rete regionale dei centri No slot, costituita da sportelli di ascolto e accoglienza per giocatori patologici in cerca di aiuto e per i loro familiari.

Tramite il sito regione.lazio.it/stopazzardo viene offerta la possibilità di geolocalizzare tutti gli sportelli aperti sul territorio regionale ed essere aggiornati sui giorni e sugli orari di apertura degli stessi. Inoltre, è stato attivato un centro di ascolto regionale telefonico, corrispondente al numero verde 800.001.133, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00. Il piano comprende anche la costituzione dell’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo, come previsto dalla legge 5/2013, e la distribuzione del marchio regionale “slot free-rl”, riservato a esercizi commerciali, circoli privati e altri luoghi d’intrattenimento che non accolgono al loro interno apparecchiature per il gioco d’azzardo.

Lo scorso 28 giugno è stata inoltre approvata dal Consiglio regionale del Lazio la mozione presentata dal Movimento Cinque Stelle per chiedere alla Giunta Zingaretti una posizione netta sul tema del contrasto al gioco patologico. “Fare gioco di squadra contro le ludopatie è l’unica strada per un contrasto efficace del fenomeno. Proprio per questo ieri abbiamo presentato una mozione, approvata in Consiglio regionale, per chiedere alla Giunta Zingaretti una posizione netta sul tema. Un atto che si inserisce in una politica integrata di lotta al gioco: con l’ordinanza di Roma Capitale che restringe gli orari di funzionamento delle slot machine, in sede di Governo attraverso il “Decreto Dignità” che prevede il divieto di pubblicizzare l’azzardo e adesso in sede regionale con questa nostra mozione, ha dichiarato il consigliere Barillari.

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