Pubblicata da Frontiers in veterinary science, la ricerca si occupa di stabilire quante e quali correlazioni possono esistere tra il diffondersi di epidemie e la scomparsa delle biodiversità in natura. Un ruolo chiave lo giocano le cosiddette specie specialiste, ovvero quelle specie che vivono solo in un particolare ecosistema e vivono nutrendosi di un tipo di cibo in particolare. In un ambiente sano come una foresta manutenuta intatta spesso delle patologie infettive possono essere fermate, o quantomeno filtrate, proprio da queste specie. Nel momento in cui una foresta e il suo habitat vengono distrutte – magari per lasciare spazio a coltivazioni intensive – queste particolari specie muoiono e tendono ad insediarsi, al loro posto, le specie generaliste (come ad esempio ratti, mosche e scarafaggi) le quali possono essere dei veicoli per alcune malattie. Nel mirino di questa ricerca dunque non c’è solo la deforestazione, ma anche alcuni tipi di coltivazioni e riforestazione.

Bisogna specificare, infatti, che le specie specialiste sopravvivono in ambienti le cui condizioni tendono a restare costanti, al contrario di quelle generaliste e maggiormente adattabili che sono più a loro agio in habitat soggetti a cambiamenti. A dirlo sono proprio gli scienziati delle università di Marsiglia, Bangkok e Montpellier che hanno analizzato l’andamento statistico di alcune epidemie dal 1990 al 2016, nonché le statistiche relative a popolazione, foreste e coltivazioni. In particolare, lo studio si è concentrato su quasi 4.000 patologie che possono essere trasmesse all’uomo da un animale, e 1.996 epidemie di 69 malattie portate da animali come mosche e zecche. I risultati della ricerca parlano chiaro: dove le foreste scompaiono per lasciare spazio alle piantagioni, l’impatto di epidemie è più alto. Il legame non costituisce sempre e comunque una diretta conseguenza, ma è bene verificare caso per caso e tenere conto dei risultati ottenuti. Nel complesso però, una correlazione tra il diffondersi massiccio di malattie e condizioni ambientali è sempre più tangibile e accreditata.

 

Sponsor