Effusioni tra due Lupi, Canis lupus, mammifero, predatore, inverno, neve

Interdire alla caccia le gole di Morlupo dove il lupo ha il suo rifugio. Questo l’appello lanciato al sindaco del paese Ettore Iacomussi dall’Associazione Fratello lupo nata per curare e proteggere ritorno dell’animale totem del Soratte nella Valle del Tevere. Ne abbiamo dato conto nel Il Nuovomagazine.it dei giorni scorsi raccontando di un branco di 3 o 5 individui immortalato dalle fotorappole a vagare tra forre tufacee e colline di Capena e Morlupo. E’ una presenza preziosa, un ritorno che va tutelato.

L’Associazione Fratello Lupo invita ad emettere ordinanza urgente

L’invito è a “sospendere  con un’ordinanza, come previsto dalla Legge nazionale sulla caccia n.157, le attività venatorie nella zona indicata e  cioè nella gola sottostante il cimitero di Morlupo, dove è stata resa nota la presenza di tre soggetti di Canis lupus italicus (lupo appenninico). Una interruzione della caccia in quel luogo eviterebbe l’allontanamento dei lupi, preziosi per il riequilibrio dell’ambiente naturale e per la riduzione della eccessiva presenza di cinghiali nel nostro territorio. Si segnala inoltre che recentemente la parete della gola sottostante il cimitero è ceduta più volte e metterebbe a repentaglio l’incolumità degli stessi cacciatori. Confidiamo nella sensibilità del Sindaco, che ha sempre manifestato una particolare attenzione e passione per l’ambiente e la natura”.

In corso censimento nazionale su presenza lupi 

L’invito dell’associazione  è ancora più pressante se si considera che è in corso il censimento nazionale generale sulla presenza del lupo in Italia. Si tratta infatti, come scritto in una nota dell’Ispra, della “prima raccolta dati contemporanea mai attivata per stimare la distribuzione e la consistenza del lupo in Italia, che si concluderà a marzo 2021. Il monitoraggio, coordinato da ISPRA su mandato del Ministero dell’Ambiente, applicherà per la prima volta un programma coordinato realizzato sulla base di disegni di campionamento standardizzati, messi a punto da ISPRA. Sul campo, il lavoro sarà svolto da oltre 20 tecnici selezionati nell’ambito di un accordo tra ISPRA e Federparchi, ai quali si affiancheranno esperti delle regioni e province autonome, dei parchi nazionali e di quelli regionali, da una rete di personale appositamente formato del Comando Unità Forestali dell’Arma dei Carabinieri, coinvolgendo anche diverse associazioni e una rete di volontari. Nelle regioni alpine il monitoraggio verrà realizzato nell’ambito del Progetto LIFE WolfAlps EU, in modo strettamente coordinato con il resto d’Italia”. 

 

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